L’Eurostat ha reso noto che l’inflazione nell’area euro è salita al 2,6% a maggio, superando il 2,5% previsto e in accelerazione rispetto al 2,4% del mese precedente, un aumento che ha suscitato preoccupazioni tra gli analisti e ha messo ulteriore pressione sulla BCE in vista della sua prossima riunione del 6 giugno.
In Italia, l’Istat ha riportato che l’inflazione, secondo le stime preliminari, è rimasta stabile allo 0,8% su base annua e ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile. La stabilizzazione è dovuta principalmente alla diminuzione delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari lavorati e dei servizi di trasporto e abtazione, che hanno compensato l’affievolirsi delle spinte deflazionistiche del settore energetico. Nonostante un lieve miglioramento, i prezzi energetici rimangono negativi, registrando un -11,7%.
Attese per la BCE: tagli dei tassi o stabilità?
Il 6 giugno 2024 la BCE dovrà decidere se mantenere la sua politica monetaria restrittiva o se iniziare a ridurre i tassi di interesse. La storia ci dice che dal luglio 2022 a settembre 2023 ha aumentato i tassi in ogni riunione del Consiglio direttivo, nonostante le pressioni politiche e le preoccupazioni degli economisti riguardo agli effetti negativi sull’economia dell’Eurozona.
La stabilità o la riduzione dei tassi potrebbe fornire un sollievo ai mercati e sostenere la crescita economica, ma la decisione sarà influenzata dai dati inflazionistici e dalle dinamiche economiche attuali.
Pressioni politiche e aspettative economiche
L’attuale situazione economica ha visto diverse richieste di moderazione nella politica monetaria da parte di governi e analisti e il governo Meloni e altri economisti di rilievo hanno espresso preoccupazioni sul continuo aumento dei tassi, sottolineando i rischi per i fondamentali dell’economia europea e la possibilità di una recessione. La riunione del 6 giugno potrebbe segnare un punto di svolta nella politica della BCE, con possibili implicazioni di vasta portata per l’economia dell’intera Eurozona.