(BorsaeFinanza.it)
Nonostante le cattive notizie sull’economia cinese, gli investitori cosiddetti “contrarian” potrebbero trovare valide argomentazioni per essere rialzisti sull’indice China A50. È vero che il debito, l’edilizia abitativa, le amministrazioni locali e la domanda dei consumatori sono tutti in difficoltà mentre la situazione demografica aumenta la prospettiva di una stagnazione economica in stile giapponese ma tre cose giocano a favore della Cina: raramente le azioni sono state così convenienti rispetto agli Stati Uniti, il loro intero peso in un benchmark globale è inferiore a quello di Apple e un dollaro più debole potrebbe aiutarle.
L’Msci China, che comprende anche le azioni quotate a Hong Kong, viene scambiato a soli 10,8 volte gli utili dei prossimi dodici mesi, circa la metà delle 20 volte gli utili sia dell’S&P500 che dell’Msci Usa. Tencent Holdings che costituisce oltre il 12% dell’indice e viene scambiato a 17,5 volte gli utili futuri.
Essendo un mercato emergente, la Cina dovrebbe trarre vantaggio dall’eventuale indebolimento del dollaro. Un dollaro più debole aiuterebbe la Cina a difendere lo yuan: “Ci sono forti ragioni per sostenere che il dollaro ha raggiunto il picco” sostiene Gustavo Medeiros, capo della ricerca presso Ashmore Group. “Quando il dollaro si indebolisce, solitamente si crea un circolo virtuoso di afflussi e prestiti” verso i mercati emergenti.
Alcuni investitori potrebbero ancora essere riluttanti di fronte ai rischi politici e geopolitici della Cina. Ma qui c’è una contraddizione. Apple ottiene un quinto delle sue vendite dalla Cina. Gli investitori che scelgono di evitare la Cina a causa dei rischi politici dovrebbero preoccuparsi anche per Apple che invece scambia a 29 volte gli utili futuri.
CHINA A50: quotazioni in fase di ribasso ma rimangono sopra il supporto 12.300
L’indice FTSE CHINA A50, basato sulle azioni dello Shanghai Stock Exchange e Shenzhen Stock Exchange, sembra essere impostato al rialzo nel breve termine, anche grazie alla performance positiva registrata nella seduta di ieri (+0,10%). Dopo un’apertura in linea con la chiusura precedente, infatti, le quotazioni hanno intrapreso fin da subito un andamento fortemente rialzista che le ha portate a realizzare un massimo sul livello 12.596, per poi invertire drasticamente la rotta fino a raggiungere un minimo a quota 12.443, andando a chiudere sul finale non distante a 12.482
Dopo il massimo toccato lo scorso 31 luglio sul livello 13.575 l’indice è sempre costantemente sceso, arrestando la propria negatività solo il 23 agosto a quota 12.278. Da quel momento i corsi sono entrati in una fase di ampia congestione che, se da un lato non ha mai violato la soglia dei 12.300 punti, dall’altro non ha mai neppure superato la resistenza sul livello intermedio a 12.932, né tantomeno l’evidente trendline ribassista che sta accompagnando le quotazioni negli ultimi due mesi. Quindi, ipotizzando la tenuta del già citato supporto, è lecito attendersi per l’immediato una reazione positiva che possa dare inizio a un nuovo rimbalzo. Movimento che potrà essere ancora più deciso alla rottu
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