Niente più telefoni cellulari nascosti sotto le scrivanie, niente più schermi che inviano messaggi di testo, foto o video volanti, niente più social media nelle ore di lezione. Il governo della Gran Bretagna conservatore di Boris Johnson intende imporre un divieto totale all’uso dei telefoni cellulari da parte di bambini e ragazzi nelle scuole britanniche.
Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Gavin Williamson, il quale ha affermato che l’ossessione, o quantomeno il ricordo costante, dei telefoni cellulari “ha un effetto dannoso” sul rendimento scolastico, sul benessere e, talvolta, anche sulla salute mentale dei giovani bambini. Prima dell’adozione ufficiale del regolamento, il ministro ha chiarito di volerne discutere con i responsabili delle istituzioni. Ma, come riporta il Times in copertina, ha ancora intenzione di andare avanti.
Inoltre, le loro argomentazioni non sono condivise da alcuni sindacati degli insegnanti vicini all’opposizione laburista, convinti che il comunicato nasconda una sorta di distrazione dalle vere priorità del mondo scolastico britannico: proprio in lotta in questi giorni con una nuova proliferazione di contagi da Covid, causato dalla variante aggressiva di Delta.
Le persone infette sono concentrate principalmente negli studenti che, per la loro età, non hanno ancora partecipato alla campagna di vaccinazione di massa, che è ancora limitata al numero di persone di età superiore ai 18 anni. Con il conseguente aumento dell’isolamento preventivo domiciliare, in attesa dell’imminente revisione della normativa in materia, problemi per le famiglie e rinnovati impedimenti alla frequenza in aula nel bel mezzo di una cruciale fase finale dell’anno scolastico.
Da qui la convinzione che l’idea di Williamson possa costituire una “distrazione”: anche per quanto riguarda l’immediata necessità – al termine della fase acuta della pandemia – di recuperare il tempo perso dai bambini a causa degli effetti di mesi di isolamento. Inoltre, c’è chi fa notare che le restrizioni all’uso degli smartphone sono delegate alle direttive dei singoli direttori e con differenze tra scuola e scuola.
Williamson, però, non si arrende e nega che i due problemi – il problema della ripresa dal coronavirus e il problema dell’uso delle comunicazioni a scuola – siano correlati o alternativi. Tra l’altro, utilizzando i risultati di uno studio britannico condotto diversi anni fa, che ha confermato che il calo medio del rendimento scolastico tra gli studenti di oltre l’8% è dovuto alla “dipendenza da cellulare” e il 14-15% tra ragazzi e ragazze con grandi difficoltà di apprendimento all’inizio.