In uno dei parchi più belli del Kenya, il Sabuli Wildlife Conservancy, la siccità uccide gli animali. L’emergenza clima colpisce e devasta anche le terre più incontaminate del mondo
La crisi climatica non risparmia nessuno neanche il Sabuli Wildlife Conservancy, un’organizzazione basata sulla comunità (CBO)e fondata nel 2018 per mitigare e ridurre al minimo i conflitti uomo-fauna selvatica fornendo le basi per una relazione vivace e prospera tra la gente di Sabuli e le numerose specie di flora e fauna che popolano la Sabuli Wildlife Conservancy. Una relazione che si auto-rafforza, sostenibile e reciprocamente vantaggiosa che è messa però a dura prova dai problemi causati dal cambiamento dell’ambiente e dalla siccità.
Il clima sta cambiando e il mondo è messo a dura prova in ogni angolo del Pianeta: se da un lato la Svezia ha registrato nei giorni scorsi il giorno di dicembre più freddo degli ultimi trentacinque anni con una sorprendente temperatura di -43,8°C, dall’altro capo del mondo, in Kenya, la siccità sta continuando a causare morte e devastazione. In questi giorni nel parco naturale di Sabuli Wildlife Conservancy a Wajir, a causa della grave siccità sono morti numerosi animali, tra cui un branco composto da sei giraffe che stremate a causa dell’assenza di cibo e acqua sono rimaste intrappolate nel fango mentre cercavano di dissetarsi.
Al Sabuli Wildlife Conservancy la situazione è drammatica che oltre agli animali selvatici, persino gli allevatori hanno registrato perdite fino al 70% del loro bestiame. Nonostante la SWC ha adottato misure concrete per garantire la sicurezza della conservazione e si sta impegnando in processi di raccolta dati per monitorare le popolazioni di fauna che vivono in aree protette per informare gli interventi di conservazione, sostenere il rafforzamento delle banche dati nazionali sulla biodiversità, i continui cambiamenti climatici mettono a dura prova l’intero sistema e la vita di questi animali.