I cambiamenti climatici nel Belpaese stanno cambiando le nostre abitudini e gli italiani si avvicinano sempre più a vivere notti, che l’ISTAT, definisce quasi tropicali in seguito alle analisi delle temperature medie. Analizzando l’estate 2020 sono state 56 le notti tropicali (con temperatura che non scende sotto i 20°C) vissute dagli italiani.
Dal Rapporto ISTAT si legge: “L’Expert Team on Climate Change Detection and Indices (ETCCDI) della World Meteorological Organization delle Nazioni Unite ha definito una metodologia per la misurazione di eventi estremi meteo-climatici e un core set di 27 Indici di estremi di temperatura e precipitazione. Questi indici forniscono informazioni statistiche su frequenza, intensità e durata di eventi meteorologici, rafforzando la comparabilità dei dati tra Paesi. In un contesto di crescenti fabbisogni informativi, l’Istat produce su base annua 21 Indici di estremi climatici per ciascuna città capoluogo di provincia, calcolati in termini assoluti (valori annuali) e relativi, quali scostamenti rispetto ai valori climatici 1971-2000 (anomalie annuali)”.
Ma cosa emerge da queste analisi? Per l’anno oggetto dello studio ovvero il 2020, gli indici rappresentativi degli estremi di temperatura mostrano un aumento dei valori degli estremi di caldo e una diminuzione di quelli di freddo. In particolare, fra le 24 città osservate i giorni estivi (con temperatura massima maggiore di 25°C) in media sono 112 mentre salgono a 56 le notti tropicali (con temperatura che non scende sotto i 20°C).
Considerando i soli capoluoghi di regione, i due indici segnano un’anomalia media sul CLINO rispettivamente di +15 giorni e +18 notti. In tutte queste città (ad eccezione di Palermo) si hanno anomalie positive di giorni estivi, più alte per Aosta (+41 giorni), Perugia (+35), Roma (+27) e Trieste (+26). Le notti tropicali raggiungono quota +53 a Napoli, seguono Milano (+34 notti), Catanzaro (+33) e Palermo (+27). Gli indici rappresentativi degli estremi di precipitazione mostrano una significativa variabilità a livello territoriale, legata a meccanismi dinamici e alla localizzazione geografica delle città. In particolare, i giorni senza pioggia nel 2020 sono stati in media 293 nelle aree urbane esaminate, in aumento di 11 giorni sul valore medio 2006-2015. Per i capoluoghi di regione l’anomalia media è di +10 giorni sul CLINO e riguarda quasi tutte le città. È più alta a Napoli (+35 giorni), Trento (+33) e L’Aquila (+20). In controtendenza Trieste, con -14 giorni, seguita da Genova e Firenze (-8). Esaminando gli anni 2006-2020, nei capoluoghi di regione gli scostamenti per gli indici giorni estivi e notti tropicali sono sempre positivi rispetto ai corrispondenti valori climatici 1971-2000, con una tendenza all’aumento di entrambi gli indici negli ultimi anni. L’indice giorni senza pioggia mostra anomalie di segno diverso, con oscillazioni significative rispetto al CLINO nel periodo, che vanno da un minimo di -21 giorni nel 2010 a un massimo di +16 (2011 e 2017).