Il governo si sta preparando a rifinanziare una legge che equipara la quarantena Covid alla malattia. La norma è attesa nel Cdm.
Il governo cerca di rifinanziare l’indennità di quarantena, rispondendo alle numerose richieste del mondo del lavoro (sia da parte dei sindacati che delle imprese): in base ai risultati si parla di uno stanziamento di 800-900 milioni per poter pareggiare i periodi di malattia durante i quali è obbligatorio per legge rimanere a casa (isolamento fiduciario e quarantena) dopo i contatti Covid ad alto rischio, anche se al momento non è chiaro come questo verrà impostato.
La domanda è la seguente: la quarantena è stata equiparata alla malattia per tutto l’anno 2020 in base all’articolo 26 del decreto legislativo 18/2020. Nel 2021 questa misura ha cessato di essere finanziata e l’INPS non ha riconosciuto i relativi contributi.
Dal 30 giugno dello scorso anno non vale più anche l’equazione del ricovero ospedaliero per i lavoratori deboli, introdotta invece al comma 2 dello stesso articolo 26 del decreto Salva Italia. Su questo incide l’emendamento finalmente approvato nell’ambito del decreto Covid per la ripartenza di scuole, università e trasporti, che ha prorogato tale misura fino al 31 dicembre. La misura che il Governo sta studiando è quella di ripristinare la tutela a tutti i lavoratori soggetti a quarantena obbligatoria. Per ora chi sta a casa sta di fatto perdendo lo stipendio (a meno che non sappia lavorare in modalità smart working). Può essere coinvolta solo una copertura parziale dei giorni in quarantena. A seconda delle risorse disponibili, le regole verranno eventualmente ricalibrate.
Inoltre da luglio 2021 e fino al 31 ottobre ai lavoratori fragili si applicaval’articolo 9 del dl 105/2021, che consente di svolgere la prestazione lavorativa in smart working, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto.