Alla fine ci sarà una mini sanatoria, anche se rinviata. Il decreto Sostegni lo prevede per le cartelle esattoriali per un valore fino a 5.000 euro dal 2000 al 2010. Inizialmente la sanatoria doveva essere prorogata fino al 2015. Poi, un passo indietro con una riduzione dei tempi: dunque il numero delle cartelle diminuirà di circa il 75%.
Non va trascurata la questione dei costi. Oggi sono necessari più di 660 milioni per coprire l’operazione. Ma questa cifra, spiega Il Messaggero, si ridurrà a 215 milioni se verrà cancellato dal conteggio il valore delle cartelle che hanno già aderito a rottamazione ter e saldo e stralcio. Se le scadenze avessero incluso anche il 2015, i costi sarebbero stati davvero alti con l’aggiunta di oltre due miliardi di euro distribuiti tra il 2021 e il 2022.
Tra il 2000 e il 2010 si è intensificata la concentrazione dei crediti inesigibili: questo rende più facile e sostenibile la manovra. Tuttavia, questa disposizione deve passare attraverso il decreto del Ministero delle finanze per essere approvata. Cosa che dovrebbe succedere nelle prossime ore, a meno che non accada l’imprevisto. Verranno eliminate circa 16 milioni di cartelle. Però non tutti potranno approfittare dell’amnistia. Infatti, a causa del limite di reddito stabilito, la manovra è indisponibile per i valori più alti. In altre parole, la sanatoria vale solo per i contribuenti con un reddito non superiore a 30mila euro nel 2019. In generale si parla di milioni di contribuenti.
L’agenzia di riscossione ricorda che i debiti da cancellare comprendono anche quelli eventualmente presenti nei piani di pagamento di rottamazione, oltre al saldo e alla cancellazione. Ciò significa che anche le notifiche inviate dopo il 31 dicembre 2010 verranno azzerate, purché l’agenzia di riscossione abbia avuto la pratica prima di tale data. Tuttavia, saranno dovuti gli importi da pagati prima della data di cancellazione.
Dal mini-condono sono esclusi però: i debiti relativi alle risorse proprie tradizionali dell’Ue e all’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione, quelli derivanti dal recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi, oltre che quelli relativi a multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna.