Sono previsti circa 2 milioni di test gratuiti per gli studenti dell’Emilia Romagna e i loro conviventi.
Questa misura, messa in atto per contrastare la diffusione del virus nella regione Emilia-Romagna, tra i banchi di scuola, è partita dal 19 ottobre e durerà fino al 30 giugno, quando terminerà l’anno scolastico per gli studenti della scuola primaria e secondaria.
Secondo il presidente della regione, Stefano Bonaccini, gli esami sierologici gratuiti sono destinati a tutti gli studenti dell’Emilia Romagna che recandosi nelle farmacie aderenti, potranno sottoporsi al test sierologico.
Secondo il sito della regione Emilia-Romagna, sono 660 le farmacie aderenti all’iniziativa (il 50% del totale), e questo numero crescerà rapidamente nei prossimi giorni.
Per fare un test sierologico gratuito in Emilia-Romagna è sufficiente fissare un appuntamento con il farmacista consultando l’elenco dei partecipanti sul sito della regione e recarsi in farmacia il giorno che si concorda.
Il test sierologico fornisce un risultato in soli 15 minuti, cosa fondamentale per cercare di evitare ulteriori contatti da inserire eventualmente nelle catene di contagio
Il test sierologico gratuito può essere richiesto da studenti di tutti i livelli (nel caso di minorenni, invece, sarà richiesta la richiesta di un genitore o tutore legale), familiari che convivono (compresi genitori, nonni, fratelli e sorelle, sempre fino al scuola secondaria superiore), e anche per gli studenti universitari, purché abbiano il medico di base in Emilia-Romagna (cioè quegli studenti che hanno cambiato luogo di residenza in quel momento).
La Regione Emilia-Romagna prevede che nel primo mese verranno effettuati circa 400.000 test sierologici (contro una fornitura iniziale di 2 milioni), e gli studenti potranno ripeterli ogni volta che vorranno, gratuitamente.
Cosa succede se il risultato del test, è positivo?
Dopo il test, il farmacista sarà tenuto a registrare i dati della persona richiedente e il risultato nel Portale della Farmacia.
Se il test è positivo, lo studente (o un familiare convivente) saranno contattati dal Servizio di Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria per eseguire un tampone nasofaringeo, per assicurarsi che non sia un falso positivo.