Dovrebbe arrivare oggi l’approvazione formale da parte della Commissione Europea del piano di ripresa post covid. Mentre la presidente Ursula Von der Leyen è a Roma, il Collegio dei Commissari di Bruxelles con procedura scritta, con procedura scritta cioè senza riunione fisica, promuoverà il Pnrr italiano da 191,5 miliardi di nuovi fondi europei, di cui 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti.
A Bruxelles abbiamo appreso che l’Italia sta fiorendo con onore, proprio per i capitoli sulla transizione ecologica e digitale, che è il cuore della prossima generazione dell’Ue. Solo nella sezione “costi” il voto è di un grado sotto il massimo (B invece di A), come per tutti gli altri 11 Paesi europei che sono nel primo blocco di promossi: dipende dall’attuazione del piano. Oltre alla Lettonia e all’Italia, domani la Von der Leyen visiterà anche la sua patria, la Germania, un altro dei Paesi che sarà sotto la lente di ingrandimenti di Bruxelles.
Oggi il presidente della commissione esaminato Austria e Slovacchia. Mercoledì toccherà a Belgio e Francia. La scorsa settimana la Von der Leyen ha visitato Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Danimarca e Grecia. A breve si saprà se l’Italia potrà ricevere un anticipo di prestiti del 13 per cento, che equivale a circa 25 miliardi di euro. Non c’è la certezza che arrivino tutti quest’estate: la Commissione deve raggiungere 750 miliardi di euro, ma finora ha raccolto 20 miliardi di euro con questa prima emissione di obbligazioni. Saranno distribuite proporzionalmente tra i paesi promossi, il resto potrebbe arrivare a settembre, a seconda di come andrà l’operazione sul mercato: la Commissione farà altre due edizioni, una in più a giugno e l’altra a luglio.
In ogni caso, secondo Palazzo Berlemont, il piano italiano risponde ai criteri di transizione ecologica, che ha richiesto un investimento minimo del 37%. Il Pnrr italiano ne prevede il 38 per cento, cioè 59,33 miliardi di cui: 5,27 miliardi all’agricoltura sostenibile ed economia circolare; 23,78 miliardi alla transizione energetica e mobilità sostenibile; 15,22 miliardi all’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; 15,06 miliardi alla tutela del territorio e risorsa idrica. A questi fondi, vanno aggiunti i 9,32 mld del Fondo complementare e un miliardo e 31 milioni del fondo React Eu, per un totale di 69,96 miliardi di euro.
Sul fronte digitale, il 25 per cento delle risorse del piano italiano è destinato a progetti per questo settore, altra priorità strategica per la prossima generazione dell’Ue che richiede un investimento minimo del 20 per cento. Si tratta di 40,73 miliardi, di cui: 9,75 mld alla digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione; 24,30 mld alla digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo; 6,68 mld per turismo e ‘cultura 4.0’. Promossa anche su questo.
Quindi quasi promosso, secondo la Commissione, il piano italiano “contribuisce alla buona attuazione” delle specifiche raccomandazioni di Bruxelles sulle riforme da realizzare. Ma, come ogni altro Paese, l’Italia, dovrà rispettare determinate scadenze, in caso contrario i fondi non verranno assegnati. La commissione effettuerà una revisione ogni sei mesi fino al 2026, a quel punto dovranno essere spesi i soldi del fondo di recupero.