Il DPCM dello scorso 26 aprile (quello che “inaugura” la Fase 2, tanto per intendersi) prevede che le aziende che intendono riaprire devono dotare i loro dipendenti di adeguati dispositivi di protezione individuale come mascherine, guanti, camici, visiere e “occhiali” protettivi, calzari, tute monouso e così via. Si tratta di misure necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori ed evitare che il COVID-19 trovi nelle fabbriche terreno fertile dove replicarsi
Questo, ovviamente, comporta una spesa che non tutte le aziende sono pronte a sostenere. I due mesi di chiusura forzata dovuti alla quarantena, infatti, hanno minato la capacità di spesa di moltissime PMI (e non solo). Così, per evitare che queste imprese siano costrette a interrompere la produzione o riaprire senza misure di sicurezza adeguate, Invitalia (l’Agenzia nazionale per lo sviluppo di impresa) ha creato un fondo da 50 milioni di euro chiamato “Impresa SIcura” per rimborsare le spese sostenute dalle aziende per l’acquisto dei dispositivi di protezione.
Come funziona il fondo “Impresa SIcura”
L’obiettivo di Impresa SIcura, come detto, è quello di consentire alle imprese, indipendentemente dalla loro natura giuridica e dal regime contabile adottato, di ottenere il rimborso di tutte le spese sostenute nell’acquisto dei DPI previsti dalla legge. Il fondo, che ha una dotazione finanziaria di 50 milioni, coprirà il 100% delle spese sostenute e non prevede particolari paletti. Il bando prevede che per ogni addetto sia possibile richiedere un rimborso massimo di 500 euro, fino a un massimo di 150 mila euro per ogni azienda.
Chi può richiedere il rimborso delle mascherine con “Impresa SIcura”
Possono accedere al fondo “Impresa SIcura” tutte le aziende iscritte come attive nel “Registro delle imprese”, con sede principale o secondaria nel nostro Paese e che non siano in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatoria.
Quali spese rimborsa “Impresa SIcura”
Così come previsto dal bando pubblicato da Invitalia sul proprio sito, possono essere rimborsate le spese sostenute per l’acquisto di:
- mascherine filtranti, chirurgiche, FFP1, FFP2 e FFP3;
- guanti in lattice, in vinile e in nitrile;
- dispositivi per protezione oculare;
- indumenti di protezione quali tute e/o camici;
- calzari e/o sovrascarpe;
- cuffie e/o copricapi;
- dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea;
- detergenti e soluzioni disinfettanti/antisettici.
Come e quando richiedere il rimborso delle spese con “Impresa Sicura”
Il bando “Impresa SIcura” prevede tre fasi distinte. La prima fase prenderà il via l’11 maggio 2020 alle ore 9:00 e terminerà il 18 maggio alle 18. Durante questo periodo le aziende possono inserire sulla piattaforma telematica predisposta da Invitalia la richiesta di rimborso per le spese sostenute. In fase di inserimento di dati verranno richieste diverse informazioni come il codice fiscale dell’impresa proponente, il codice fiscale del legale rappresentante, ovvero del titolare dell’impresa proponente o della persona giuridica. Alla fine della procedura, a ogni azienda verrà segnalato l’orario di inserimento della richiesta e assegnato un codice identificativo.
Nella seconda fase, che prenderà il via entro tre giorni dalla fine della prima fase, verrà pubblicata la graduatoria delle richieste di rimborso accettate. Ogni azienda dovrà controllare che il suo codice sia tra quelli pubblicati nell’elenco per avere la certezza di essere rimborsata.
Se così dovesse essere, l’azienda potrà prendere parte alla terza fase. Dalle 10 del 26 maggio alle 17 dell’11 giugno, le imprese assegnatarie del rimborso potranno compilare la domanda dal portale di Invitalia.
I rimborsi avverranno nel mese di giugno secondo le modalità indicate dall’azienda.
Articolo originale di Quifinanza.it.