Quando si tratta di affittare una casa, uno degli aspetti fondamentali da considerare è la conformità dell’impianto elettrico e la domanda centrale è: chi, tra il proprietario e l’inquilino, deve ottenere la certificazione di conformità dell’impianto elettrico?
La certificazione di conformità: che cos’è
Nota come Di.Co., è un documento essenziale in Italia, che attesta che l’impianto elettrico è stato realizzato secondo le norme tecniche vigenti e tale certificazione, rilasciata dall’installatore, garantisce che l’impianto è sicuro e conforme alle leggi stabilite dall’UNI e da altri enti di normazione pertinenti.
In caso di affitto di un immobile, il proprietario non è legalmente obbligato a dichiarare la conformità o non conformità degli impianti elettrici né a consegnare il certificato all’inquilino, ma in realtà, omettere questa informazione può portare a conseguenze legali.
Se l’inquilino non riceve il certificato di conformità, ha il diritto di richiedere la risoluzione del contratto di locazione o negoziare una riduzione dell’affitto, dal momento che un impianto elettrico non conforme può limitare significativamente l’uso dell’immobile, compromettendo la vivibilità dello spazio. La legittimità di tali richieste da parte dell’inquilino è valida solo se il proprietario non ha comunicato in anticipo che l’impianto non era a norma e questa condizione deve essere documentata nel contratto di locazione o in un verbale di consegna dell’immobile.
Un requisito fondamentale
La certificazione di conformità è fondamentale per garantire la sicurezza della casa, degli apparecchi e delle persone che utilizzano l’impianto ed è tecnicamente un documento che attesta che il professionista qualificato ha seguito il progetto, rispettato la legge e aderito alle norme tecniche pertinenti, verificando anche che i componenti e i materiali installati siano idonei e che l’impianto funzioni in modo sicuro ed efficiente.
La legislazione italiana sugli impianti elettrici, in particolare l’articolo 15 del Decreto Ministeriale 37/2008, stabilisce che l’azienda installatrice deve rilasciare una dichiarazione di conformità al termine dei lavori e la mancata emissione della certificazione può comportare sanzioni che vanno da 100 a 10.000 euro, a seconda della gravità della violazione.