“Il turismo rischia la desertificazione” e il Recovery plan non basta”

Di Gianluca Perrotti 1 minuti di lettura
Webnews Finanza News 24

AGI – Il turismo, travolto da una “crisi nera” che ha dimezzato le presenze in Italia nel 2020 e ha prodotto una perdita di valore della produzione di 100 miliardi di euro, è tornato “indietro di 30 anni” e “rischia la desertificazione” a causa dell’impatto della pandemia. E’ il grido d’allarme lanciato in Parlamento dagli operatori del comparto che denunciano l’insufficienza dei fondi previsti dal Recovery plan per il settore.

Tasso di mortalità in crescita per le pmi del turismo

“In questo momento in Italia stiamo seriamente rischiando la desertificazione del comparto”, ha affermato il presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, intervenendo in audizione in Commissione Attività Produttive della Camera sul piano nazionale di Ripresa e Resilienza. “Temiamo che per le Pmi turistiche il tasso di mortalità possa raggiungere il 40% dell’offerta complessiva, con punte dell’80% per settori come le agenzie di viaggio e i tour operator o del 60% per quelle della cultura, della ristorazione e dell’intrattenime

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