Il tartufo di Pizzo Calabro: non in montagna ma in gelateria

Di Valentina Ambrosetti 4 minuti di lettura
Wall Street

Non servono cani per trovare questo tartufo, basta dirigersi verso Pizzo Calabro, lungo la bellissima Costa degli Dei

È proprio qui, infatti, che è nato il primo gelato in Europa a ricevere il marchio IGP, grazie alla qualità della sua produzione artigianale, che di questi tempi è sempre una carta vincente. Vuoi sapere cosa rende diverso il tartufo di Pizzo Calabro?

Tartufo Pizzo Calabro: origine

Il gelato esiste dal 19° secolo, quando era ancora prodotto con bastoncini di ghiaccio gettati giù da una montagna. Nel corso del tempo è stata la Sicilia ad emergere e a primeggiare in Italia nella produzione di gelato in stampi d’acciaio, fino a quando ad essa si è presto affiancata la Calabria, in particolare le pasticcerie Pizzo Calabro, come la famiglia Belvedere.

Piazza “Dolce” Pizzo Calabro

Pizzo Calabro, in provincia di Vibo Valentia, è sempre stato un paese molto commerciale, in parte per natura, in parte per posizione geografica; senza dubbio il suo punto di forza è il territorio dove storicamente si sono incontrati viticoltori e pasticceri del resto della Calabria, ma anche napoletani o siciliani. Insomma, era un luogo di piacevoli scambi e finora nessun’altra zona della Calabria è paragonabile per forma, bellezza e vivacità. Pizzo era quindi già famoso per la lavorazione di dolci e gelati (Solo il Tartufo coronava questa tradizione), che veniva prodotta solo un paio di volte l’anno, perché a quei tempi in cui non c’erano i frigoriferi, era davvero lunga e laboriosa.

Veniva preparato, ad esempio, per la festa del patrono il 23 aprile o in occasione di qualche nobile matrimonio. Fino a un bel giorno quando tutto è cambiato… Il metodo artigianale non è cambiato e il tartufo continua a essere fatto ancora oggi come allora: due palline di gelato, nocciola e cioccolato, vengono modellate sul palmo a forma di semisfera; quindi premere leggermente verso l’interno per formare un “buco” in cui versare una spruzzata di cioccolato fondente fuso senza conservanti, additivi o addensanti. A questo punto il tartufo va subito messo nella camera d’urto per circa tre ore. Ma il segreto sta in un gesto velocissimo per chiuderlo, un’arte che solo i più esperti sanno fare, spesso senza saperlo spiegare. E poi ciò che rende il Tartufo Pizzo unico ed inimitabile è la qualità degli ingredienti e l’utilizzo di attrezzature ancora molto antiche, soprattutto in pasticceria.

Pasticceria Belvedere

Tra le varie aziende (una trentina) che producono tartufo e le tante pasticcerie presenti sulla piazza, spicca Belvedere, che da anni domina indiscutibilmente il panorama dolciario di Pizzo, con una tradizione familiare che ha davvero origini antiche. Le vedette infatti erano quasi sempre pasticceri; negli anni Cinquanta furono i primi a portare a Pizzo una gelatiera industriale: molti ricordano ancora il giorno in cui Domenico Belvedere offriva il gelato a tutti in piazza, intuendo le potenzialità di produrre questo prodotto in maggiori quantità a minor costo.

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