Il sogno della prima casa per gli under 36 parte dal 24 giugno

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura

È ufficiale: le domande per il bonus prima casa, per coloro che non hanno ancora compiuto 36 anni,  possono essere presentate già  dal 24 giugno 2021. Aspettavamo con ansia questa notizia. Si potrà richiedere il bonus per gli acquisti effettuati fino al 30 giugno 2022, data contrassegnata come la scadenza del bonus.

Lo stabilisce il decreto-legge Sostegni bis (n. 73/2021), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale con data 25 maggio. Nel testo approvato dal Consiglio dei Ministri, l’autorizzazione alla richiesta del bonus era originariamente prevista per il 26 maggio 2021. L’incentivo, che si spera faccia ripartire il mercato edile già in movimento nel campo delle ristrutturazioni del 110%,  è rivolta ai giovani sotto i 36 anni, con un ISEE non più alto di 40mila euro annui. Non è richiesto un contratto a tempo indeterminato.

Chi rientra in questa categoria, acquistando la prima casa, può accedere al Fondo di Garanzia Mutui ottenendo un prestito bancario nella misura dell’80% del valore dell’immobile garantito dallo Stato. L’obiettivo dell’incentivo  è sostenere i giovani in situazione di instabilità che, vista la loro situazione economica, preferiscono non acquistare un immobile, rimanendo eventualmente ad abitare con i genitori. Per chi acquista da persona fisica, il decreto prevede esenzioni fiscali dalle imposte di registro, ipotecarie e catastali. L’imposta di bollo, le tasse ipotecarie e i tributi speciali catastali devono essere invece pagate. Se l’operazione è assoggettata ad IVA, cioè acquistata da un’impresa di costruzioni, allora, oltre alle precedenti esenzioni scatta un ristoro dell’ammontare dell’Iva versata. L’esenzione si applica ai contratti di compravendita di immobili, che sono stati negoziati dalla data di entrata in vigore del decreto, ovvero dal 26 maggio, fino al 30 giugno 2022. Successivamente verrà rafforzato l’ammontare del Fondo di Garanzia per gli acquisti prima casa. L’importo finale prevedeva 250 milioni di euro, si giunge invece a 290. Oltre al risparmio, l’estensione della garanzia statale che mira a stimolare l’apertura di nuovi mutui tra i giovani.

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