Bollette costose e aumento del prezzo dei prodotti che compongono “il carrello della spesa” porteranno all’impoverimento di una buona parte della popolazione. Già oggi le famiglie rinunciano ad alcuni generi alimentari impoverendo al loro dieta. Occorrono provvedimenti immediati per fissare i prezzi di luce e gas e ridurre l’IVA sugli alimenti, altrimenti si corre il rischio di una vera e propria “crisi sociale”.
I dati sulla povertà in Italia sono destinati a peggiorare
A rendere sfortunatamente quasi cero il peggioramento delle condizioni economiche del Belpaese sono l’aumento degli alti prezzi dell’energia, dei prezzi al dettaglio e della crescita anormale dei prezzi dei generi alimentari. Lo afferma Assoutent, Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici, commentando uno studio pubblicato da Eurostat, secondo il quale il rischio di povertà in Italia è salito al 20,1% nel 2021 per 11,84 milioni di persone.
Uno studio che vede peggiorata la condizione economica di ben 11,84 milioni di persone
Il presidente AU Furio Truzzi afferma: ” Si tratta di dati che, purtroppo, appaiono già superati e obsoleti a causa della grave situazione di crisi scoppiata nel 2022. L’emergenza bollette, unitamente all’impennata dell’inflazione che ha raggiunto i livelli record degli ultimi 38 anni, stanno creando nell’anno in corso una nuova ondata di povertà: lo dimostrano i dati Istat che registrano un tracollo delle vendite alimentari diminuite in volume del -4,4% su base annua. Questo significa che gli italiani, per far fronte al rincaro dei prezzi e al caro-bollette, sono costretti a mangiare di meno e tagliare i consumi alimentari, il sintomo più evidente dell’impoverimento che sta colpendo una consistente fetta di popolazione. Una situazione vergognosa per un paese civile contro la quale è necessario intervenire abbattendo subito l’Iva sugli alimentari, e fissando prezzi amministrati per luce e gas, allo scopo di contenere l’avanzata della povertà in Italia”.
La situazione al 2021 secondo ISTAT
Nel 2021, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4% come l’anno precedente). Pertanto, la povertà assoluta conferma sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia dovuta al Covid-19.mPer la povertà relativa l’incidenza sale all’11,1% (da 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (2,6 milioni nel 2020).
Nello stesso anno la percentuale di famiglie che si trovano in povertà assoluta nel Mezzogiorno era del 10%, 6,7% al Nord e 5,6% al Centro.