Sono finiti i tempi di Mario Draghi e del suo motto “whatever it takes” per Christine Lagarde la BCE deve stringere la cinghia. la sua decisione di ieri fa temere il mondo intero: il primo rialzo dei tassi, da 25 punti base, ci sarà alla prossima riunione del consiglio direttivo, il 21 luglio 2022
Siamo all’inizio di una nuova stagione per la politica monetaria, che va verso una stretta decisa. Molti paesi come l’Italia subiranno queste decisioni con una serie di conseguenze rilevanti. temono infatti i Paesi più esposti alla speculazione. Lagarde interpreta diversamente il suo ruolo di presidente della Bce e risponde al rischio concreto di una nuova crisi economica globale stringendo le risorse messe in campo dalla BCE. Non è la prima volta che il globo è in crisi ( era già accaduto nel 2008 e nel 2011) ma alla guida della Bce di Francoforte c’era Mario Draghi che professionalmente aveva scelto un approccio diverso fino ad essere disposto a “forzare” i rigidi limiti imposti dallo Statuto della Bce, con un’interpretazione estensiva, spesso conquistata con ruvide battaglie in Consiglio
Per Lagarde la strategia deve essere diversa e seguire uno degli obiettivi della BCE ovvero la stabilità dei prezzi come l’obiettivo primario, sconfinando spesso e volentieri nel sostegno alla crescita e all’occupazione e non rinunciando, quando necessario, a richiamare all’ordine i governi responsabili delle politiche economiche.
La Bce di Lagarde è chiara con l’Italia e con gli altri Paesi più esposti alla speculazione: il compito della Banca Centrale Europea non è quello di preservare la stabilità finanziaria dei singoli Stati membri ma operare scelte diverse. Un secondo rialzo è quindi previsto, dopo quello di luglio, anche a a settembre, di dimensioni che “dipenderanno dalle riviste prospettive dell’inflazione”. La copertura della Bce è quindi agli sgoccioli, da oggi in poi sarà necessario fare in conti con una navigazione in mare aperto.