Il Reddito di cittadinanza è stato un fallimento. Così afferma la Corte dei Conti

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura
Reddito di cittadinanza

Stando alle recenti dichiarazioni, il Reddito di cittadinanza è stato un fallimento secondo la Corte dei Conti.

Il motivo? Solo il 2% dei beneficiari del Reddito di cittadinanza è riuscito ad ottenere un lavoro tramite agenzie di collocamento. Questi i risultati della Corte dei Conti, che ha presentato la relazione sul 2019.

Fallimento anche Quota 100: i risultati erano al di sotto dell’obiettivo, come afferma Fausta Di Grazia.

Reddito di cittadinanza: un fallimento

Per quanto riguarda la misura richiesta dai grillini, il procuratore generale Fausta Di Grazia sottolinea che

“sono state accettate circa 1 milione di richieste, rispetto a quasi 2,4 milioni di richieste, di cui, secondo le spiegazioni di questo istituto, solo il 2% ha dato luogo a un’occupazione relazione attraverso i centri per l’impiego. “In totale, i navigators trovano poco più di ventimila posti di lavoro a fronte di uno strumento di” costo “di 3,8 miliardi di euro, inferiore ai 5,728,6 milioni di euro assegnati.”

Dati diversi da quelli già pubblicati alcuni mesi fa da Anpal, che ha parlato di 39.760 beneficiari di reddito di cittadinanza che avrebbero ottenuto un contratto di lavoro con il milione di italiani che vedono ogni mese accreditati sulla loro carta al piano terra con una media di 531 euro.

Quota 100, risultati al di sotto degli obiettivi

Non vi è alcun miglioramento neanche in Quota 100, la misura mediante la quale è possibile andare in pensione con un’età minima di 62 anni e una contribuzione di almeno 38 anni.

“i risultati sono stati inferiori agli obiettivi illustrati nella relazione tecnica che accompagnava il progetto, anche con l’obiettivo di un rinnovamento generazionale della forza lavoro”. Il Procuratore Generale spiega che al 31 dicembre 2019 erano state approvate 155.897 domande di pensionamento, ovvero circa il 69% delle domande presentate. In particolare, Di Grazia specifica che “delle domande accettate, circa il 49% si riferisce a soggetti con più di 41 anni di contributo, rispetto a un’anzianità media di 40 anni”.

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