Il reddito di cittadinanza è un anno dal suo lancio. Vediamo di fare il punto della situazaione.
Molti sono fermamente convinti che questa misura abbia rappresentato nient’altro che un grosso flop, sulla scia di un’ operazione politica. Altri invece sono entusiasti per l’aiuto che la misura è riuscita a dare a molte famiglie.
Dopo la pandemia da coronavirus, però, rimane una sfida da superare che è quella dalla effettiva indigenza di molte persone.
Il reddito di cittadinanza deve essere rivisto?
Dai dati emerge che l’obiettivo per cui è nato, e cioè trovare un lavoro, non è stato assolutamente centrato. Da un’altra parte però è servito a dare “assistenzialismo” a tante famiglie in difficoltà.
Il reddito dicittadinanza è più di un anno dal lancio
Come riportato da varie testate, dopo oltre un anno di entrate per la cittadinanza, solo 2,5 milioni rispetto ai 3,5 milioni previsti hanno ricevuto il sussidio, il che significa che la povertà assoluta è stata contrastata, ma non completamente nel nostro paese.
Inoltre, solo in un terzo delle famiglie è stato rilevata la presenza di minori. Ciò probabilmente ad indicare che la fruizione è ancora lontana dal suo standard per cui è stata creata.
Dopo la pandemia di coronavirus, è ancora una sfida enorme riuscire a superare le poche migliaia di posti di lavoro che ha creato in 12 mesi il reddito di cittadinanza. Un problema molto grande, poi, è quello dei navigator e centri per l’impiego, che al momento sono risultati effettivamente e secondo dati reali, un vero flop.
In ultimo varrebbe la pena anche citare il problema tutto italiano dei percettori del reddito di cittadinanza senza averne diritto, i cosiddetti furbetti. Quotidianamente siamo a contatto con notizie riguardanti truffe a danno dello Stato di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza pur avendo già un lavoro o addirittura ricoprendo ruoli importanti in società.