Il preservativo femminile: proteggersi senza abbandonare il piacere

Di Valentina Ambrosetti 5 minuti di lettura
Wall Street

I preservativi proteggono dall‘AIDS, aiutano a prevenire gravidanze non programmate, aiutano a difenderci dalle malattie. Se crede erroneamente che volte limitano il nostro piacere, ma per limitare questo rischio si consiglia di provare il preservativo femminile: che garantisce molte sensazioni e protegge chi lo indossa

Il preservativo femminile (detto anche femidom) è uno dei metodi contraccettivi di barriera, come il preservativo maschile e il diaframma, cioè fa parte di un tipo di metodo contraccettivo che non contiene ormoni, ma crea una “barriera” fisica “per impedire allo sperma di entrare nell’uovo.

Ma di cosa è fatta la versione femminile del preservativo?

È un cilindro in lattice, poliuretano o nitrile (la sostanza di cui sono fatte le gomme sintetiche) con due anelli flessibili alle estremità. Un anello è aperto e forma un’apertura per il rapporto e l’altra estremità si chiude per raccogliere lo sperma dopo l’eiaculazione. Esistono in commercio preservativi femminili di varie misure, anche se la versione “standard” è lunga circa 17 cm.

Come indossare un preservativo femminile?

Molte donne potrebbero avere domande su come indossare un preservativo femminile, ma i kit includono anche istruzioni su come usare correttamente questo contraccettivo. Se non ne hai mai usato uno prima, vale la pena fare qualche tentativo per familiarizzare con questo tipo di preservativo. Tuttavia, l’uso è relativamente semplice: dopo aver estratto il preservativo femminile dalla confezione e averlo aperto, è necessario premere l’anello all’estremità chiusa e inserirlo nella vagina come un tampone. Quindi dovresti spingere l’estremità chiusa contro la cervice con le dita, assicurandoti che l’estremità aperta sia circa un centimetro fuori dalla vagina. Infatti, se il preservativo femminile è inserito correttamente, l’estremità aperta coprirà parzialmente le grandi labbra.

Preservativo femminile: prezzo

Il costo del preservativo femminile era controverso perché al momento del lancio sul mercato questa alternativa al preservativo tradizionale era molto più costosa e quindi al di sopra del budget per molti. Oggi in Italia il costo di un preservativo femminile si aggira intorno ai 2,50 euro, un prezzo alla portata di tutti. Il preservativo femminile può essere trovato nella maggior parte dei negozi di droga, ma può anche essere acquistato online in modo sicuro e anonimo.Il preservativo femminile presenta una serie di vantaggi e svantaggi che devono essere considerati prima di sceglierlo come metodo contraccettivo. Il primo vantaggio è che, come negli uomini, ea differenza dei contraccettivi ormonali, protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili. È questa caratteristica che fa sì che la LILA (Lega Italiana Lotta all’AIDS) promuova questo metodo contraccettivo, dedicandolo nel 2008 alla Festa della Donna.

In secondo luogo, il preservativo femminile può essere utilizzato da tutte le donne che non possono utilizzare i contraccettivi ormonali e, a differenza di questi ultimi, non necessita di prescrizione. Inoltre, a differenza del preservativo maschile, può essere inserito in vagina anche poche ore prima del rapporto, e questo vantaggio permette di non interrompere il rapporto, mantenendo la naturalezza dei gesti.

Occorre però tenere conto di alcuni importanti svantaggi dei preservativi femminili: in primo luogo, la minore efficacia di protezione contro le gravidanze indesiderate rispetto ai contraccettivi ormonali, mentre la probabilità di errore si aggira intorno al 5% se usato correttamente e supera il 20% se usato correttamente . Il fatto che una parte del preservativo copra parzialmente i genitali esterni può causare una diminuzione della libido nella coppia e, di conseguenza, disagio nella donna. Infine, la posizione sbagliata può causare disagio alla donna durante il rapporto.

Come tutti i metodi contraccettivi, anche il preservativo femminile ha i suoi pro e i suoi contro che vanno studiati con attenzione, magari parlandone anche con il proprio ginecologo.

Condividi questo articolo
Exit mobile version