Il piano di assunzioni in Intesa Sanpaolo fino al 2023 dopo l’acquisizione

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura
Intesa Sanpaolo

Il gruppo bancario, dopo l’acquisizione di UBI, ha siglato un accordo che prevede nuove assunzioni in 3 anni

L’obiettivo dell’accordo è di realizzare un ricambio generazionale senza impatto sociale e continuare a fornire un’alternativa alla possibile riconversione e riciclo a tutti i dipendenti giunti in Intesa Sanpaolo dopo l’acquisizione di UBI Banca, conclusasi il 5 agosto.

L’accordo, siglato molto prima del il 31 dicembre 2020, prevede 5.000 uscite volontarie entro il 2023 con accesso alla pensione o al Fondo di Solidarietà per i lavoratori, e definisce modalità e criteri, e non solo!

Intesa Sanpaolo, definisce che su ogni due dipendenti che andranno in pensione volontariamente, ci sarà una nuova assunzione a tempo indeterminato, tutto questo avrà luogo fino al 2023 per un totale di 2.500 nuovi assunti. In tale numero non sono compresi i pensionati che verranno invece ricollocati a seguito del trasferimento di rami d’azienda.

Quali saranno le sedi lavorative

I dipendenti assunti sono impegnati a supportare la crescita del Gruppo e delle nuove linee di business, con un focus sulla rete e sulle aree disagiate del Paese. Altra importante notizia, è che la banca inizierà anche a stabilizzare i suoi attuali lavoratori a tempo determinato, sebbene non siano ancora noti dati concreti.

Il gruppo bancario, prevede che almeno la metà delle assunzioni sarà associata alle province della storica UBI Banca, ovvero Bergamo, Brescia, Cuneo e Pavia, oltre che al sud Italia.

I requisiti per chi vorrà andare in pensione

Il contratto di recesso prevede che:

  • Possono aderirvi tutti i dipendenti delle società italiane del Gruppo Intesa Sanpaolo che applicano i contratti collettivi di credito, compresi i dirigenti;
  • si potrà aderire secondo le modalità segnalate dal Gruppo per chiunque abbia maturato requisiti pensionistici al 31 dicembre 2026, comprese le regole di calcolo per Quota 100 e Opzione Donna;
  • potranno richiedere la risoluzione del contratto volontario anche coloro che, pur avendo aderito in precedenza all’Accordo Intesa Sanpaolo del 29 maggio 2019 o all’Accordo UBI del 14 gennaio 2020 che non sono rientrate in graduatoria;
  • Qualora il numero di richieste di pensionamento o di accesso al Fondo di Solidarietà superi le 5 mila domante, sarà necessario predisporre una graduatoria unica a livello di Gruppo in base alla data di maturazione del diritto alla pensione. Nella graduatoria sarà data priorità alle persone che in precedenza hanno aderito alle predette convenzioni (e non comprese nei pensionamenti volontari previsti),  i dipendenti con disabilità con una percentuale di invalidità non inferiore al 67%.
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