(Money.it) Via la corruzione e la poca trasparenza nel settore finanziario cinese. Sembrerebbe questo il piano della Cina per distruggere (le sue) banche e aver modo di rimodellarle dall’interno.
Il partito comunista sta aumentando le verifiche sul comparto finance, ingigantendo ancor di più – se è possibile – l’esercizio di potere dello Stato sull’economia cinese.
Come ricorda oggi The New York Times, se è vero che sono ormai anni che il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato «guerra» alla corruzione che caratterizza il settore bancario in Cina, individuando già diversi capri espiatori lungi la strada, mai come oggi la sua battaglia appare spietata. È iniziata una campagna a tappeto di indagini, accuse, incarceramenti senza eguali, con il tentativo di prendere in mano il controllo assoluto di un settore tanto cruciale per l’economia del Dragone Rosso.
La Cina ha dichiarato guerra alle banche. Le sue
Il piano è radere al suolo il potere dei management ad oggi al potere presso le banche cinesi. Il primo passo è stato mettere in campo delle riforme radicali del sistema di regolamentazione finanziaria. Il secondo? L’inserimento di funzionari del partito comunista presso i tavoli delle istituzioni finanziarie statali. Poi, a febbraio, le «minacce» dagli ufficiali anti-corruzione, con la promessa
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