In rapporto al Pil è aumentato il peso delle tasse, soprattutto sulle famiglie: l’Irpef e l’Imu sono saliti alle stelle in dieci anni, anche durante una pandemia
Durante la pandemia di Covid non solo è aumentata la povertà, fatto facilmente comprensibile vista l’emergenza economica che ha inevitabilmente seguito la crisi sanitaria, ma sono aumentate anche le tasse nonostante i benefici e le agevolazioni. L’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, indicano che nel 2020 la pressione fiscale, pari al 43,1%, è aumentata di 0,7 punti di PIL, mentre quella delle famiglie, pari al 18,9% e costituita in massima parte dalle imposte dirette e IMU, è salita persino di più: un punto di PIL.
Il fatto è che le entrate fiscali sono diminuite nel 2020, ma il Pil è inevitabilmente diminuito più delle tasse, quindi il rapporto tra i due valori indica un aumento della pressione fiscale. In particolare, il PIL è diminuito del 7,8%, le entrate fiscali della popolazione sono diminuite del 3,2% tutte le altre entrate fiscali sono diminuite dell’8,7%.
Questa tendenza è stata particolarmente influenzata dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (il gettito IRPEF), che nel 2020 è diminuita solo del 2,2%. Secondo il rapporto, il reddito delle famiglie è diminuito di 32 miliardi di euro (-2,8%), mentre l’effetto combinato degli aiuti pubblici e del calo dei consumi, diminuiti di 116 miliardi di euro (-10,9%), ha determinato un incremento del risparmio lordo delle famiglie di 83,4 miliardi di euro (+88,3%). Il numero di famiglie sotto la soglia di povertà è del 20% superiore a quello del 2019 (in termini assoluti, 333mila famiglie.
Tornando alle tasse, il dato del 2020 segue il dato già negativo del 2019, che ha segnato l’interruzione del progressivo rientro della pressione fiscale avviata nel 2014 e durata cinque anni. Anche guardando all’intero ultimo decennio, si può notare che le famiglie sono state le più colpite dall’impatto finanziario e dagli aggiustamenti di bilancio.
Dal 2011 ad oggi il PIL è cresciuto di 2.800 milioni (+ 0,2%). Per effetto delle imposte, il reddito delle famiglie è aumentato di 46.000 milioni di euro (+ 17,3%), mentre le altre entrate tributarie sono diminuite di 15.700 milioni di euro (-3,8%). Pesano principalmente IRPEF e IMU.
L’IRPEF è aumentata di 11,7 miliardi (+ 7,2%), Imu di 11,1 miliardi di euro, registrando la crescita percentuale più alta, addirittura del 120%. Stessa dinamica per le addizionali regionali e comunali, che hanno fornito un contributo diversificato rispettivamente di +3,5 e +1,8 miliardi di euro. Le imposte sui redditi da capitale sono aumentate di € 9,3 miliardi (+ 92,8%), mentre i contributi previdenziali sono aumentati di € 8,5 miliardi (+ 12,6%).