Il mondo delle start up ha una grande componente femminile

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura
Wall Street

Un trend positivo per l’innovazione femminile in Italia grazie alla crescita di nuove imprese su tutto il territorio nazionale.
L’innovazione guidata dalle startup femminili continua a crescere nonostante la pandemia. A fine settembre 2022 risultavano iscritte 2.000 startup guidate da donne, 572 in più concretamente rispetto allo stesso periodo del 2019, e specializzate nello sviluppo, produzione e commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.

A dirlo  InfoCamere per l’Osservatorio Imprenditoria Femminile di Unioncamere

Gli innovatori rappresentano il 13,6% di tutte le nuove imprese, un valore simile a quello registrato due anni prima (13,5%) in Molise e 26% in Basilicata, 25% in Abruzzo e 24% in Sicilia e Umbria.  Puntando invece sulle innovazioni al femminile, si tratta principalmente di quattro regioni in cui si concentra oltre il 50% del totale delle imprese di questo tipo: Lombardia (470), Lazio (263), Campania (204), Emilia Romagna (143).

Per quanto riguarda i settori di attività, il primo posto della classifica è occupato dal settore dei servizi alle imprese, seguito dall’industria manifatturiera e dal commercio.

La crescente propensione delle donne a partecipare a settori imprenditoriali più innovativi, che oggi rimangono in gran parte appannaggio degli uomini, è certamente uno sviluppo positivo. Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire questo esempio, decidendo di laurearsi in discipline Stem che oggi sono molto richieste tra le aziende.

Indagine sull’imprenditoria femminile in Italia 2022: maggiore capacità di innovazione, ma minori possibilità di sopravvivenza

Secondo il V Rapporto sull’imprenditoria femminile, redatto da Unioncamere in collaborazione con il Centro studi Tagliacarne e Si.Camera,, in Italia sono 345.000 le imprese guidate da donne, che rappresentano il 22% del totale.

Tra l’altro, le imprese di proprietà femminile sembrano essere ben consapevoli dei vantaggi associati agli investimenti in ambienti digitali e verdi, dimostrando un crescente potenziale di innovazione. Tuttavia, la metà delle imprese di proprietà femminile non ha continuato a investire o non è disposta a iniziare a breve. futuro, anche per la minore resilienza riscontrata nell’analisi del rapporto: infatti, a tre anni dalla sua pubblicazione, risulta ancora aperto il 79,3% delle imprese guidate da donne, contro l’83,9% di quelle gestite da uomini.

Dopo cinque anni, la quota di imprese femminili ancora attive è del 68,1% contro il 74,3% delle altre.

Rispetto al 2021, il numero di imprese femminili è aumentato di 1.727 unità (+0,1%) nel 2022, soprattutto nell’industria (+0,3%) e nei servizi (+0,4%), oltre che nel Mezzogiorno rispetto al resto d’Italia (+0,6%) e anche tra le imprese estere (+2,6%).

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