Il Mano di Buddha: scopri come assaporare l’insolito agrume che porta fortuna

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura
Il Mano di Buddha: scopri come assaporare l’insolito agrume che porta fortuna

La maggior parte di voi probabilmente non avrà mai avuto occasione di incontrare quel curioso frutto che per via della sua forma peculiare viene comunemente chiamato “Mano di Buddha”. Si tratta di un agrume, per la precisione di una varietà di cedro (Citrus medica var. sarcodactylus), i cui spicchi non si sviluppano nella maniera consueta, dando origine ad un frutto dalla forma tondeggiante, ma si diramano formando dei prolungamenti molto simili a delle dita. Per questo motivo la forma del frutto ricorda molto da vicino quella di una mano.

Il frutto cresce su piccoli alberi e cespugli sempreverdi dell’Asia, con particolare riferimento a Cina, Giappone e India del Nord. Pare che gli occidentali in viaggio in Oriente, vedendo tale frutto disposto sulle bancarelle, da lontano lo scambino erroneamente per un casco di piccole banane, frutti con cui esso condivide solamente il colore.

L’albero che da vita ai suoi frutti cresce in condizioni di clima temperato e non ama gli eccessi. La sua posizione ideale è situata all’interno di vallate. La sua presenza, oltre che in Oriente, può essere individuata in alcune zone degli Stati Uniti e negli ultimi anni sono sorte coltivazioni anche in Sicilia e in Calabria.

In Cina il frutto viene considerato come un portafortuna. Viene semplicemente posizionato al centro della tavola e viene solitamente regalato agli ospiti in segno di buon augurio, per ottenere una vita lunga e felice. Il frutto, che in Cina prende il nome do “fo-shou”, viene utilizzato in cucina o per profumare gli ambienti domestici, ma viene spesso prescritto anche come tonico e stimolante per l’organismo. Esso è considerato anche un simbolo capace di portare prosperità, fertilità e longevità.

Allo stesso modo, in Giappone, dove il frutto viene chiamato “bushukan”, esso è considerato portatore di fortuna per coloro che abitano la casa in cui esso si trova. È uno dei regali tipici che i giapponesi si scambiano il giorno di Capodanno. Viene utilizzato nelle case come elemento decorativo al posto dei fiori, anche nell’apparecchiare la tavola, o viene accostato a simboli e statuette di natura religiosa. In Giappone la sua pianta viene coltivata anche sotto forma di bonsai.

Come lo stesso nome attribuito al frutto suggerisce, esso è stato considerato per lungo tempo come uno dei migliori doni di ringraziamento da offrire a Buddha.

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