Il Gruppo Nestlé sostiene i neo papà

Di Gianluca Perrotti 5 minuti di lettura

Nestlè crede nelle  famiglie e da un congedo di tre mesi anche ai neo papà. Per la precisione concede un congedo retribuito di 3 mesi ( che può essere utilizzato da un genitore lavoratore o da un secondo tutore  in occasione della nascita di un figlio o dell’adozione di un minore.

Obiettivo dell’accordo è permettere a tutta la famiglia di dedicare tempo ed energie al neonato in un periodo particolarmente delicato non solo per la crescita del bambino, ma anche per i genitori. Nestlé e i sindacati dei lavoratori alimentari Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno firmato un accordo per istituire il “Nestlé Parental Leave”, un congedo retribuito di 3 mesi (12 settimane consecutive) che può essere utilizzato da un genitore lavoratore o da un secondo tutore su in occasione della nascita di un figlio o dell’adozione di un minore. In totale, il gruppo investirà più di 1 milione di euro all’anno in questa nuova misura di sostegno alla genitorialità condivisa, che consente di concedere contemporaneamente al secondo tutore il congedo parentale Nestlé entro un periodo di sei mesi dalla nascita di un figlio o adozione di un minore in modo che i genitori abbiano tempo sufficiente per determinare l’ordine della cooperazione e del sostegno reciproco. La nuova licenza garantirà il pagamento di tutte le componenti dello stipendio.

Attraverso questo accordo, Nestlé intende permettere a tutta la famiglia di dedicare tempo ed energie al nuovo arrivato in un periodo particolarmente delicato, non solo per la crescita del bambino, ma anche per i genitori. La nuova polizza rappresenta un significativo passo avanti sia rispetto ai dieci giorni attualmente previsti dalla legge italiana, sia rispetto alla polizza finora adottata dalla stessa Nestlé, che già nel 2012 ha introdotto per la prima volta in Italia due settimane aggiuntive di ferie pagate. dipendente, padre o secondo tutore, misura che dal prossimo mese sarà sostituita dal “congedo di paternità Nestlé”.

Da una nota sulla nuova  parental policy di Nestlé si legge

Numerose ricerche  dimostrano quanto la genitorialità stia diventando un’esperienza sempre più sfidante, soprattutto per le donne. Non sorprende dunque che, secondo gli ultimi dati Istat , nel 2020 il nostro Paese abbia raggiunto il picco negativo di nascite, con un tasso di 7 neonati ogni 1.000 abitanti. Anche i dati Inps sui beneficiari del congedo parentale per Covid-19, rimarcano l’assenza di una equa condivisione dei carichi familiari. Solo il 21% dei padri ne ha fatto richiesta, contro il 79% delle madri. Numeri che confermano quanto le donne svolgano ancora il ruolo di principale caregiver nelle famiglie italiane. La nuova parental policy di Nestlé nasce proprio dalla consapevolezza del difficile contesto sociale e culturale che caratterizza il nostro Paese in materia di genitorialità condivisa e gender balance. Da sempre attenta a queste tematiche, con la ‘Nestlé baby leave’ l’azienda mira a scardinare gli stereotipi che considerano, tuttora, la cura del figlio in età neonatale come una responsabilità esclusivamente femminile, offrendo una misura concreta rivolta a valorizzare la genitorialità delle persone, anziché costituire una delle cause del divario di genere nel modo del lavoro”.

Giacomo Piantoni, direttore risorse umane del Gruppo Nestlé in Italia afferma: “Le iniziative a supporto della genitorialità e dell’abbattimento delle barriere di genere rappresentano da sempre una priorità per Nestlé. Si tratta di due temi assolutamente inscindibili poiché la genitorialità continua a impattare sull’avanzamento di carriera delle donne, rendendo dunque necessario riequilibrare ruoli e compiti nel contesto familiare. Siamo stati i primi in Italia, nel 2012, a prevedere due settimane di congedo di paternità e oggi, dieci anni dopo, continuiamo a dimostrare di essere degli apripista su queste tematiche. Non potrebbe essere altrimenti, Nestlé è infatti al fianco dei neogenitori fin dalla sua fondazione, oltre 150 anni fa. L’attenzione ai bisogni di bambini e genitori è incisa nel nostro dna. L’accordo sindacale condiviso, frutto del buon sistema di relazioni sindacali costruito negli anni, mira ad agevolare la conciliazione dei tempi vita e di lavoro, attraverso il bilanciamento dei carichi familiari promuovendo, in questo modo, anche la carriera femminile e una genitorialità sempre più condivisa”. 

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