Inizia la polemica e il contenzioso: dal primo febbraio il Green Pass italiano durerà 6 mesi, quello europeo 9. Il diritto nazionale contrasta con quello europeo
Il green pass del Belpaese avrà una durata sei mesi dall’ultima vaccinazione o booster, mentre quello europeo varrà nove mesi per il primo ciclo di vaccinazione, mentre per quanto riguarda il booster non è previsto ancora un termine. C’è un un problema di legittimità e compatibilità comunitaria. Il rischio é che gli italiani dovranno avere più dosi di vaccino rispetto agli altri cittadini europei.
Giovanni Guzzetta, professore di diritto pubblico presso l’università di Roma Tor Vergata, ci spiega: “Dato che il Parlamento in questi giorni sta discutendo la Conversione del decreto, sarebbe opportuno che le camere dedicassero una particolare attenzione a questo punto, per evitare un contenzioso molto vasto da parte dei cittadini. Anche perché più si riduce la durata della certificazione, più sono le dosi che gli italiani sono tenuti a farsi somministrare per assicurarsi di avere la certificazione verde in Italia. Ci sono una serie di coincidenze abbastanza sorprendenti in questa vicenda – rileva il professore di Diritto pubblico – perché pochi giorni prima che il Governo approvasse il decreto del 24 dicembre, che riduce a sei mesi la durata del green pass, la commissione europea aveva approvato un regolamento delegato di attuazione del regolamento del consiglio del parlamento per garantire la libertà di circolazione all’interno dell’Ue stabilendo due principi sulla validità delle certificazioni: il primo che sul primo ciclo di vaccinazione la validità del certificato verde in Europa debba essere di nove mesi; il secondo che non debbano essere stabiliti al momento limiti alla certificazione relativa al richiamo o booster. Tre giorni dopo, il governo italiano ha stabilito in via generale la riduzione del certificato a sei mesi sia per quanto riguarda le prime due dosi che la certificazione con il booster. Questa divergenza pone problemi di compatibilità comunitaria”.
La disciplina che entrerà in vigore nel Belpaese all’inizio di febbraio e che stabilisce che il primo ciclo di vaccinazione ed il booster hanno validità 6 mesi, è stata introdotta dal decreto legge 221 del 2021 definita nel regolamento numero 2288 del 21 dicembre 2021, modificando il regolamento 2021/953 del Parlamento europeo per quanto riguarda il periodo di accettazione dei certificati di validazione rilasciati nel formato del certificato covid digitale dell’Ue da 12 a 9 mesi.