Da qualche giorno si è parlato di Sanità al congresso che si è svolto a Roma dal titolo Digital Debate. Un up to date per parlare di un settore duramente colpito dal covid che deve rivedere se stesso per vincere le sfide del futuro
Il presidente di Confcooperative Sanità, Giuseppe Milanese afferma: “La nostra idea di assistenza primaria è un sistema compiuto di servizi extraospedalieri, con al centro il cittadino e la sua quotidianità, volto a completare l’architettura del modello di cure e a rinsaldarne al contempo le basi. Un progetto di riforma radicale che metta al centro la persona è quello che serve alla sanità italiana. Un passaggio necessario per riconfigurare il nostro modello di welfare, affinché sia maggiormente rispondente ai bisogni sociosanitari di una popolazione longeva con patologie cronico-degenerative e diffuse situazioni di disabilità/non autosufficienza. Una prospettiva di cambiamento a tutti gli effetti imponente che prevede cospicue opportunità per l’ammodernamento e lo sviluppo del sistema, in virtù del complessivo rafforzamento della sanità di territorio, di investimenti importanti nella telemedicina, del riconoscimento del domicilio quale principale luogo di cura dei pazienti fragili. Tuttavia è fondamentale che la spinta riformatrice non si esaurisca nella sola costruzione o ristrutturazione di nuovi presidi, ma punti sulla messa a sistema delle esperienze virtuose, pubbliche e private, già esistenti nei territori; sulla formazione di personale specializzato che ad oggi manca; sul rafforzamento della committenza pubblica, lasciando l’erogazione dei servizi a coloro che li hanno garantiti efficacemente in questi anni; ad un sistema di cure domiciliari autenticamente improntato alla logica della Long Term Care”
Il vicepresidente del Senato, Paola Taverna, nel corso suo intervento all’iniziativa ‘La sanità di domani. Tra interrogativi e certezze ha evidenziato: “S i è parlato di un sistema che è un approccio che deve guidare il legislatore in tutte le sue azioni. La vita degli anziani non possiamo più considerarla solo come un problema socio-sanitario, per cui l’apporto economico che arriva dal Pnrr ci deve far muovere sia dal punto di vista legislativo, sia da quello umano”.