Mancano più di 10 anni eppure è stato svelato il destino dell’automotive
Dal 2035 non sarà più possibile vendere veicoli diesel o benzina in Europa. La decisione era nell’aria, ma è stata resa pubblica ufficialmente il mese scorso dopo lunghe trattative nelle sedi europee. Il testo dell’accordo raggiunto a Bruxelles prevede un primo obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture del 55% (50% per i furgoni) rispetto ai livelli del 2021, da raggiungere entro il 2030. L’obiettivo più importante è l’obiettivo fissato per il 2035 , quando sono previste emissioni zero totali per auto e minibus fino a 3,5 tonnellate.
L’accordo prevede la redazione di un report nel 2026 per valutare l’impatto della transizione verde nel settore automotive e quantificare la differenza tra i posti di lavoro persi a causa delle fermate e i posti di lavoro creati invece grazie alle nuove tecnologie.
Inoltre, le case automobilistiche dovranno adottare misure intermedie per ridurre le emissioni nocive nel 2025 e nel 2030 (parametrizzate dai dati sulla CO2 del 2021).
Tuttavia, ci sono eccezioni. Le case automobilistiche che producono fino a 10.000 veicoli all’anno (o da 1.000 a 22.000 nuovi furgoni) potranno ritardare lo spegnimento dei motori diesel e benzina fino al 2035; I responsabili di meno di 1.000 registrazioni continueranno ad essere esentati dall’accordo. Queste eccezioni fanno parte del cosiddetto “Emendamento Ferrari” introdotto da alcuni eurodeputati italiani per tutelare la produzione di supercar nella Motor Valley dell’Emilia-Romagna. cosiddetti biocarburanti), sulla base della quale, sentite le parti interessate, la Commissione presenterà una proposta per l’immatricolazione di veicoli alimentati esclusivamente con combustibili neutri dopo il 2035. D’ora in poi, salvo residue eccezioni, nessun nuovo veicolo potrà inquinare, quelli ancora in circolazione dovrebbero essere alla fine della loro vita utile.