Il fiorino d’oro: quanto valgono adesso gli originali?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) Membro dell’UE dal 1° maggio 2004, l’Ungheria è l’unico Paese rimasto in Europa ad avere come valuta il fiorino, la storica moneta con impresso il giglio di Firenze sul dritto. Proprio dal simbolo della città toscana (“flos” in latino), dove era conosciuta come il denaro piccolo sin dall’XI secolo, prende il nome questo pezzo di storia del vecchio continente e della numismatica. Un posto di rilievo nella saga dei fiorini (e nel portafoglio di investimenti alternativi per chi vuole diversificare con beni rifugio) occupa il fiorino d’oro.

Il fiorino d’oro: la storia della moneta col giglio

I primi fiorini in circolazione sono solo d’argento. Dopo la caduta dell’Impero Romano e con la necessità di una moneta aurea per poter commerciare con l’Oriente, i fiorini d’oro cominciano ad essere battuti nel 1252 a Firenze, grazie al podestà Filippo degli Ugoni di Brescia. È il periodo di Dante e Giotto, dei guelfi e ghibellini. Inizialmente la moneta è di oro puro 24 carati, pesa 3,537 grammi, vale una lira in argento e presenta il giglio sul dritto e San Giovanni Battista (il patrono della città) sul rovescio. La Zecca è controllata dalla più antica delle Arti di Firenze: l’Arte di Calimala.

Le caratteristiche del fiorino d’oro rimangono immutate fino al 1533, l’anno che segna la fine della Repubblica e l’avvento di Alessandro de’ Medici. Le emissioni successive si differenziano per peso, varietà di tipi e valore, ma il potere d’acquisto rimane elevatissimo e il fiorino d’oro si afferma


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