Il fiato corto: quando preoccuparsi

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura

La difficoltà di respirazione può dipendere da diversi problemi e fattori. Scopriamo insieme cosa sono e cosa fare quando i sintomi aumentano. Chiamata mancanza di respiro dai medici, questa mancanza di respiro si manifesta con sintomi molto specifici: sensazione di pesantezza al petto, sensazione di non riuscire a respirare, tachicardia.

In termini di tempi e durata, i problemi respiratori possono manifestarsi gradualmente o improvvisamente. Possono essere temporanei, ma alcuni si lamentano anche di dispnea cronico. Le cause possono variare da malattie polmonari o cardiache a possibili malattie neurologiche, endocrine o persino mentali. La dispnea è una spiacevole sensazione di “fame d’aria” o mancanza di respiro (o mancanza di respiro in senso medico), che può manifestarsi improvvisamente o gradualmente, anche come sintomo di varie patologie. Si avverte mancanza di respiro anche durante uno sforzo fisico intenso, ma in questo caso questo fenomeno è controllato e temporaneo. Diventa anormale se si verifica inaspettatamente o come sintomo di malattie respiratorie o di altro tipo.

Ma come si manifesta? Questa sensazione spiacevole è solitamente descritta come:

Respiro confuso.
Respirazione difficoltosa.
È difficile per lui respirare.
Sensazione di oppressione o pesantezza al petto.
Incapacità di respirare profondamente.

In pratica, c’è una differenza tra il bisogno di ossigeno del nostro corpo e la capacità del corpo di rispondere a quel bisogno. Come prima causa si possono ipotizzare disturbi polmonari o cardiaci, ma non si possono escludere possibili stati di ansia e agitazione. Se il respiro sibilante è una “fame d’aria” o mancanza di respiro, l’iperventilazione (o sindrome da iperventilazione) è caratterizzata da un aumento della respirazione. Questa sindrome è più spesso causata dall’ansia che dal problema fisico stesso. Attacchi di panico, stress, rabbia o depressione sono le cause più comuni, ma l’iperventilazione può anche essere un sintomo di altre condizioni (come malattie cardiache o polmonari) o come risultato di determinati farmaci.

Questa sindrome non deve essere sottovalutata, poiché l’ipocapnia (cioè una diminuzione della concentrazione di anidride carbonica – CO2 nel sangue) associata all’iperventilazione può causare vasocostrizione dei vasi sanguigni che portano il sangue al sistema nervoso.

Pertanto, l’effetto dell’ipocapnia può causare forti capogiri e una sensazione di malessere generale, che può portare alla perdita di coscienza (sincope ipossica).

Condividi questo articolo
Exit mobile version