Sembrerebbero belle notizie eppure dobbiamo comprenderle bene
Il fatturato del settore industriale è ai massimi storici e in crescita economica, con l’indice destagionalizzato che raggiunge il livello più alto dall’inizio della serie storica (gennaio 2000). Tuttavia, c’è un motivo importante che influisce su questo: l’aumento dei prezzi. Non è un caso che il dato più eclatante venga dall’ aumento dei prezzi del settore energetico.
Ciò che fa la differenza sono i prezzi
Un fattore che diventa evidente quando si confrontano il costo e il volume degli scambi. L’Istat rileva che in termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, si registra un forte aumento del valore degli scambi sia nel complesso che tra i grandi gruppi industriali, con un incremento particolarmente significativo per il settore energetico. Tuttavia, la crescita dei volumi è chiaramente più moderata.
I dati mostrano una crescita costante del fatturato del settore
Escludendo i fattori stagionali, la crescita è dell’1,4% in termini economici, indicando un andamento positivo in entrambi i mercati (+1,5% in patria e +1,1% all’estero). Per il trimestre marzo-maggio 2022 l’indicatore generale è aumentato del 7,8% rispetto al trimestre precedente (+8,0% nel mercato interno e +7,3% nel mercato estero). Relativamente ai principali gruppi di industrie, a maggio gli indicatori destagionalizzato del fatturato commerciale hanno registrato una crescita ciclica dei prodotti energetici (+9,8%) e dei beni intermedi (+2,4%) e una lieve flessione dei beni strumentali (-1,0% ). e beni di consumo (-0,2%). Rettificato per l’effetto calendario, il commercio totale è cresciuto del 23,6% in termini tendenziali, mentre il mercato interno è cresciuto del 24,2% e il mercato estero del 22,4%. Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario relativi ai principali gruppi di industrie, si osserva una tendenza al rialzo nell’energia (+72,7%), nei beni intermedi (+32,1%) e nei beni di consumo (+17,8%), per lo più nei capitali merce. (+8,8%). A maggio l’indice destagionalizzato dei volumi manifatturieri dovrebbe registrare un calo in termini economici (-0,3%). Nel trend, il volume degli scambi, corretto per gli effetti di calendario, mostra un aumento del 5,9%, ben al di sopra del valore (+22,9%).