Il dilemma dell’oblio oncologico in Italia: le conseguenze per gli ex malati di tumore

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura
Il dilemma dell’oblio oncologico in Italia: Le conseguenze per gli ex malati di tumore

Dopo l’approvazione unanime del Senato, il diritto all’oblio oncologico è finalmente diventato legge. Il disegno di legge, già approvato a luglio dalla Camera, introduce importanti modifiche per la prevenzione delle discriminazioni e la protezione dei diritti delle persone che sono state affette da tumori.

Il diritto all’oblio è il diritto di non dover parlare della propria malattia passata quando il tempo trascorso e le condizioni di salute rendono il cancro non più rilevante, cioè quando il rischio di recidiva è scomparso. Questo periodo di tempo è generalmente identificato come 10 anni dopo la fine delle cure attive per gli adulti e 5 anni per i tumori diagnosticati prima dei 21 anni, senza episodi di recidiva.

I dati AIOM

Secondo i dati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), nel 2020 sono stati registrati in Italia un aumento del 37% dei casi di tumore in 10 anni, con un aumento annuo del 3%. I maggiori incrementi si sono osservati per il tumore alla prostata negli uomini (+ 85%) e per i tumori della tiroide sia nelle donne che negli uomini (+ 79%). Tuttavia, la buona notizia è che nel corso degli anni il numero di persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore è aumentato, con un aumento del 45% dei pazienti vivi oltre 20 anni dalla diagnosi.

Attualmente, in Italia ci sono circa 3,6 milioni di persone che vivono con una diagnosi di cancro e circa 1 milione di queste persone deve essere considerato guarito. Oltre 900mila persone che sono state guarite da un tumore si trovano tuttavia in difficoltà nell‘accesso a vari servizi, come la richiesta di mutui e prestiti, la stipulazione di assicurazioni e l’adozione di figli.

Le tempistiche

Un paziente oncologico viene considerato “guarito” quando raggiunge la stessa aspettativa di vita della popolazione generale. Le tempistiche specifiche dipendono dal tipo di tumore, ad esempio meno di 5 anni per il cancro della tiroide, meno di 10 anni per il cancro del colon e il melanoma, oltre 15 anni per i tumori della vescica e del rene, linfomi non-Hodgkin e leucemie, e circa 20 anni per alcuni tumori comuni come il cancro al seno.

In conclusione, il diritto all’oblio oncologico è una legge che offre protezione ai pazienti oncologici guariti, consentendo loro di non dover parlare della loro malattia passata dopo un determinato periodo di tempo, quando non rappresenta più un rischio per la loro salute e non dovrebbe influenzare le loro opportunità nella vita quotidiana.

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