Il covid non è finito: ancora contagi e Omicron 5 preoccupano gli esperti. Virologi positivi vs virologi allarmati che chiedono la quarta dose

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
l'indice Rt che schizza in salita a 1.26. Accelera anche l'aumento dell'incidenza,

Sebbene, a detta del virologo Roberto Burioni in un tweet, il 95% degli italiani vive come se il Covid non esistesse più, sono invece  56.166 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia come registrato nel bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. Preoccupa la variante Omicron 5 

Casi in aumento e  altri 75 morti nella giornata di ieri.  Nelle ultime 24 ore sono stati processati 248.042 tamponi, tra molecolari e antigenici, con un tasso di positività che sale al 22,6%. Gli attuali positivi sono 652.572 (+27.559 rispetto a ieri) e i dimessi/guariti sono 17.251.095 (+29.798). I deceduti in totale sono 167.967. Dati questi non confortanti eppure gli italiani non sembrano preoccupati. a dargli manforte alcuni esperti che hanno visione ottimistiche per prossimo autunno: “Se le cose dovessero rimanere così, come auspichiamo, il ritorno della stagione fredda non dovrebbe riservarci particolari problemi. Sicuramente avremo più contagi, ma non patologie gravi. E nel caso in cui il virus dovesse avere un colpo di coda, abbiamo gli strumenti per fronteggiarlo”.

Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano, afferma:  “Omicron 5 è ancora più contagiosa delle altre” ‘versioni’ di Sars-CoV-2, “ma i sintomi” che causa “sono sostanzialmente gli stessi, perché non è che un virus possa cambiare le proprie caratteristiche in modo evidente. Parrebbe anzi un po’ meno cattiva” e ciò dimostra che “tutto sommato questo virus sta seguendo la via più naturale: quella che lo porta a una maggiore contagiosità, unita a una maggiore benevolenza” 

Meno positiva e più preoccupata Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova che invece afferma: “Con il dilagare della variante Omicron BA.5 rischiamo di trovarci impreparati. In Usa il secondo richiamo è autorizzato per gli over 50, in Francia per gli over 60. Da noi bisogna avere più di 80 anni, lasciando così fuori molte persone a rischio di malattia con severità medio-alta. Se vogliamo evitare di far crescere ricoveri e decessi, bisogna allargare la fascia di popolazione autorizzata alla quarta dose”.

Nonostante la diatriba tra virologi positivi vs allarmisti la verità è che in Italia,  negli ultimi 7 giorni, gli occhi sono puntati  su Omicron 5: molto contagiosa ma, per fortuna,  dai sintomi meno gravi rispetto alla Delta.

A parlare della variante definendola “il canto del cigno” Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano: “La sottovariante BA.5, che insieme alla ‘sorella’ BA.4 ha alimentato una quinta ondata di Covid in Sudafrica e sta ormai circolando anche in Europa con un’impennata di casi per esempio in Portogallo, sono infatti in piena sintonia con quella che  in base alla storia delle epidemie è la fase della coda pandemica. Le code delle pandemie  di solito sono caratterizzate proprio da virus che hanno un’aggressività molto attenuata in termini di malattia associata, ma un’infettività molto maggiore proprio perché il patogeno cerca di conservarsi”. 

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