Durante la Giornata dedicata allo spreco alimentare soffermiamoci anche sul rincaro dei prezzi di numerosi prodotti. Livelli cosi alti nonni registravano da circa un decennio. Saranno forse i prezzi più alti ad aiutarci a smettere di sprecare cibo? Si ricorda che nel Belpaese si secano quasi 85 chili di cibo all’anno pro capite
I prezzi degli alimenti nell’intero globo hanno raggiunto il livello più alto da luglio 2011, ovvero negli ultimi 10 anni, registrando una crescita per il terzo mese consecutivo. A raccogliere e a commentare questo preoccupante dato è la Fao – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
La FAO ha collegato i dati dei rincari con l’aumento dei prezzi dei cereali e degli oli vegetali. In particolare grandi aumenti si registrano per l’olio di palma, il frumento, oltre a lattuga e broccoli. L’Indice FAO dei prezzi ha raggiunto una media di 133,2 punti ad ottobre, il 3% in più rispetto a settembre.
L’agenzia delle Nazioni Unite ha infatti compreso la correlazione tra l’aumento dei prezzi di cereali e oli vegetali e molti cibi come ad esempio biscotti o cibi ultraprocessati che contengono l’ olio di palma, il cui aumentato di prezzo é del 9,6% negli ultimi 30 giorni. I tagli ai raccolti per i principali esportatori come Canada, Russia e Stati Uniti hanno contribuito a far salire i prezzi dei cereali del 5%.
Negli USA la crescita ha raggiunto il picco di oltre il 5% per i generi alimentari: un cespo di lattuga é venduto a 2,99 dollari e per i broccoli si arriva anche quasi ai 5 dollari.
L’aumento del cibo favorisce anche i disordini politici specialmente nei paesi in cui la maggior parte della popolazione vive sull’orlo della fame, pensate agli accadimenti geopolitici che hanno coinvolto il governo sudanese, recentemente sciolto con un colpo di stato militare. Nel globo si stanno accendendo a in diverse regioni proteste contro l’aumento dei prezzi dei generi alimentari.
