Il consiglio dei ministri, riunito a palazzo Chigi, ha approvato il dl anti-frodi legato al Superbonus 110%.
Secondo fonti di governo Stefano Patuanelli, capo delegazione M5S, avrebbe chiesto di trasformare il provvedimento in un emendamento, ma il premier Mario Draghi avrebbe insistito sulla necessità di dare il disco verde ad un dl ad hoc.
Alla luce delle frodi registrate, circa 850 milioni erosi alle casse dello Stato in appena un anno, oggi a Palazzo Chigi in una cabina di regia, il presidente del Consiglio aveva rimarcato la necessità di un intervento in questa direzione, proprio per salvaguardare lo strumento del bonus edilizio. Dal cdm, dopo appena tre quarti d’ora di riunione, è infatti arrivato il via libera al provvedimento. Dal decreto è stato “stralciato l’articolo 3 comma 7 che avrebbe appesantito di burocrazia uno strumento che abbiamo semplificato”, affermano fonti M5S al termine del Cdm.
Inoltre da una bozza emerge: “L’Agenzia delle entrate può sospendere, fino a trenta giorni, gli effetti delle comunicazioni delle cessioni di crediti legate al Superbonus edilizio 110%, anche successive alla prima, e delle opzioni inviate alla stessa Agenzia che presentano profili di rischio, ai fini del relativo controllo preventivo. Per evitare comportamenti fraudolenti, si estende inoltre l’obbligo del visto di conformità anche nel caso in cui il superbonus 110% sia utilizzato dal beneficiario in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi. L’obbligo del visto di conformità non sussiste se la dichiarazione è presentata direttamente dal contribuente, attraverso l’utilizzo della dichiarazione precompilata predisposta dall’Agenzia delle entrate, ovvero tramite il sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale (per tali dichiarazioni, infatti, l’Agenzia delle entrate può già effettuare controlli preventivi sulla dichiarazione presentata). Al momento, invece, il visto è richiesto solo nel caso di opzione, in luogo della fruizione diretta del Superbonus 110%, per la cessione del credito o per lo sconto in fattura.
Il decreto prevede il potenziamento delle “attività di controllo, accertamento e recupero imposte” e “un aumento di gettito, prudenzialmente non quantificato – si legge nella relazione tecnica che accompagna il testo – derivante dall’attività di controllo che, in assenza della stessa, risulta meno tempestiva ed efficace e maggiormente esposta al rischio di un contenzioso strumentale”.