Il caso delle vecchie sim Vodafone che fatturano anche se inutilizzate

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Wall Street

Alcuni utenti Vodafone, secondo quanto riportato da La Repubblica, si sono ritrovati improvvisamente a dover pagare per una vecchia scheda sim non più utilizzata e ormai dimenticata, cui l’operatore ha applicato un costo di 5 euro al mese.

Un utente ha scritto al quotidiano: “Mi è arrivata una fattura e un addebito su carta per una sim dimenticata, creduta morta. Nessun avviso da parte dell’operatore. Solo a fatica sono riuscito a disdire la sim ed evitare nuovi addebiti”. Sulla vicenda indaga Agcom, la Autorità garante delle comunicazioni.

Al quotidiano romano è arrivata anche la replica di Vodafone, secondo cui si tratterebbe di sim dati su abbonamento che prima erano pagabili solo a consumo, senza costi fissi, ma che da luglio 2019 hanno un costo fisso minimo di 5 euro al mese, a fronte di una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali. Vodafone sostiene di avere avvisato gli utenti come richiesto dalle leggi tramite i contatti associati a quella sim via posta cartacea, e-mail o altri legati a quell’utente.

Nel caso dell’utente che ha inviato la segnalazione, l’avviso sarebbe stato inserito in fattura a marzo, a fronte del primo addebito registrato circa sei mesi dopo, a settembre. Secondo quanto ricostruito la modifica delle condizioni contrattuali sarebbe avvenuta a luglio e i primi rincari sarebbero scattati dalla prima fattura successiva 14 luglio, assicurando comunque agli utenti il diritto di recesso dall’abbonamento.

Gli utenti si lamentano anche della difficoltà della disdetta, per quella sim ormai inutile, racconta un cliente Vodafone a Repubblica: “Ho scoperto che bisogna chiamare il call center e fare richiesta. Poi loro ti provano a richiamare per conferma, perché devono registrare la telefonata. Ma se perdi quella telefonata, la richiesta si annulla. Nel mio caso è andata così. Ma se considerate che, ormai, quando chiamano i call center si evita di rispondere per non essere tempestati…”

Articolo originale di Quifinanza.it.

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