Il boom delle società di capitali: quando la partecipazione ristretta fa la differenza

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura
Impresa

La sentenza della Corte di Cassazione numero 2752, resa nota il 30 gennaio 2024, aggiunge un nuovo elemento alla complicata questione della “ristretta base partecipativa” delle società di capitali. Si tratta di una problematica che vede coinvolte le presunzioni di legge, la giurisprudenza e la prassi, in merito alla distribuzione degli utili societari ed alle relative conseguenze fiscali.

La questione della base societaria

La base societaria ristretta costituisce una presunzione di legge che non ha fondamento nel diritto fiscale, ma trova applicazione nella prassi giurisprudenziale. In sostanza, essa prevede che eventuali maggiori redditi contestati alle società con un numero limitato di soci possano essere considerati come distribuiti ai soci stessi, generando quindi conseguenze fiscali significative.

La Sentenza numero 2752/2024 della Cassazione

Secondo quanto stabilito dalla sentenza in questione, le società di capitali con base partecipativa ristretta devono essere equiparate alle società di persone. In particolare, l’utile extrabilancio non rispettoso delle norme fiscali diventa un utile equiparato a quello ottenuto per trasparenza dalle società di persone. Ciò significa che l’utile contestato alla società deve essere imputato ai soci in base alla loro quota di partecipazione, come avviene nelle società di persone.

Nella pratica, la società risulta trasparente come una società di persone, poiché i soci si comportano come tali nel ripartire l’utile societario presunto. Questo implica che l’utile contestato vada attribuito direttamente ai soci e soggetto a tassazione, anziché alla società stessa.

Le implicazioni della sentenza

Questa decisione rappresenta un complicato passo avanti nella questione delle società di capitali a base ristretta, creando ostacoli aggiuntivi alla gestione e all’aggregazione societaria. Resta da capire se una presunzione di legge del genere debba trovare dei limiti nel rispetto delle norme fiscali e tributarie vigenti, poiché potrebbe risultare ingiusta per le società coinvolte.

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