Sono 20.525 le donne che nei primi 5 mesi del 2020 hanno contattato i CAV ovvero i Centri Antiviolenza. L’analisi dei profili di coloro che hanno subito violenze vede differenze territoriali molto marcate. Analizziamo i numeri: il numero medio di donne che entrano in un Cav è in media 73 , raggiungendo 108 nel nord-est e circa 95 nel centro. Calano i numeri al SUD (con 47 donne) e nelle Isole dove si registrano 43 casi. La percentuale complessiva rispetto al 2019 sembrerebbe salita solo del 1,1% ma in tal contesto ciò che stupisce è il numero di telefonate fatte ai numeri di di pubblica utilità dedicati a chi ha subito violenza o stalking.
Il numero da contattare ricordiamo essere il 1522, attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità con l’obbiettivo di sviluppare.
Le chiamate giunte proprio a questo numero sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019 ( ed i contatti sono avvenuti sia per telefono, sia via chat dove l’incremento è stato del +71%). L’analisi è stata effettuata e pubblicata dall’Istat nell’ambito dello studio “Le richieste di aiuto durante la pandemia”. Il grande incremento è iniziato a fine marzo registrando picchi ad aprile (+ 176,9% rispetto allo stesso mese del 2019) e a maggio (+ 182,2% rispetto a maggio 2019), ma soprattutto in occasione del 25 novembre, la giornata dedicata alla violenza contro le donne che ha come simbolo le scarpe rosse.
Le telefonate hanno denunciato nel 47,9% violenze fisiche e nel 50,5% violenza psicologica accompagnata comunque da azioni violente. Scende, rispetto agli anni precedenti, anche l’età di coloro che denunciano, sono ragazze giovanissime sotto i 24 anni ( avviene per 11,8% nel 2020 contro il 9,8% nel 2019).
Per le donne con più di 55 anni il dato è ancora più significativo ovvero 23,2% nel 2020 contro il 18,9% nel 2019. Per quanto riguarda gli autori di reato, aumentano i dati relativi alla violenza perpetrata da familiari, mentre rimane stabile la violenza da parte del partner che avviene nel 57,1% dei casi denunciati nel 2020.
Le cause di questo incremento dovute anche alla pandemia che ha costretto molte persone ad una convivenza forzata che ha sottolineato e amplificato situazioni di malessere già in atto. A inasprire i conflitti la perdita del lavoro da parte dell’autore della violenza. Le regioni che presentano percentuali sopra la media sono il Lazio, il Veneto, la Sicilia, la Sardegna e la Lombardia.