Quando si parla di una vita sostenibile occorre essere scettici : non bastano poche precauzioni per sbarazzarsi di pesticidi e microplastiche. Essere sostenibili non è una garanzia per essere i migliori. Occorre esserli nel mondo giusto e con le giuste informazioni.
Occorre capire, quando si parla di ambiente, il significato di due parole: bioaccumulo e biomagnificazione. L’espressione “bioaccumulo” fu usata per la prima volta intorno agli anni ’60, quando naturalisti trovarono alte concentrazioni di alcuni DDT in alcune specie di uccelli che studiavano.
L’accumulo di plastica è a livelli altissimi mai registrati prima nell’ambiente.
Tuttavia, come tutti sappiamo, in natura esistono catene alimentari, dette anche catene alimentari o piramidi. La regola principale di questa dinamica è che c’è sempre qualcuno che mangerà qualcun altro, e qualcos’altro, arrivando sempre la cima della piramide.
Ora il punto è che alla base della stessa piramide c’è un organismo (es. Krill) che per qualsiasi motivo ingerisce la “x” inquinante e successivamente divide la preda del salmone, che da sola viene predato dal tonno ed infine dallo squalo esso è facile pensare che l’inquinante in questione se si accumulerà sempre di più man mano che se si arriva al livello trofico successivo. Ma capiterà molte volte che noi uomini intercetteremo questa catena e mangeremo plastica, la stessa che noi stessi abbiamo disperso nell’ambiente.
Questo fenomeno ha un nom3 ovvero “Biomagnificazione”. In altre parole, abbiamo pescato e mangiato le microplastiche, quando abbiamo finito nei nostri piatti conterranno una quantità di sustanze tossiche molto superiore a quella del primo organismo della catena.
Il bioaccumulo prolungato di sostanze tossiche, compresi i POP (Persistent Organic Pollutants) che mangiamo ci porta ad avere effetti negativi sulla salute con problemi riproduttivi, disturbi neurologici e anche disfunzione del sistema immunitario.
Uno studio, pubblicato dal Marine Pollution Bulletin ha dimostrato la presenza diffusa di microplastiche nell’ambiente ha dimostrato che un carico di 6 chili di lavatrici, ad una temperatura standard di trenta/quaranta gradi, può rilasciare fino a 700.000 microplastiche che sfuggono ai filtri dell’elettrodomestico.
Tutto degli esseri umani inquina, anche il nostro abbigliamento sia sintetico che in fibra naturale inquina i nostri mari.
Un’altra buona pratica è scegliere l’origine. Per quanto riguarda la moda, una delle soluzioni è affidarsi al “Made in Italy”, o che potrebbe costare un po’ di più, ma alcune aziende invece difendono la natura.