I politici che patteggiano posso ricandidarsi, così è cambiata la legge Severino

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) La legge Severino è stata varata alla fine del 2012 sotto il governo Monti per inibire e limitare la corruzione e l’illegalità all’interno della Pubblica amministrazione. La riforma Cartabia l’ha cambiata radicalmente (e silenziosamente), scardinando uno dei suoi principi fondamentali: ora i politici che patteggiano al processo possono ricandidarsi. Si tratta di uno fra i vari effetti causati dall’abrogazione “tacita” della legge Severino, ecco com’è cambiata con la riforma Cartabia.

Com’è cambiata la legge Severino per via della riforma Cartabia

Si parla di abrogazione tacita della legge Severino non perché non ci siano stati espressi interventi a riguardo, ma perché le modifiche introdotte dalla riforma Cartabia che ne hanno annullato gli effetti sono intervenute solo in maniera indiretta. In particolare, la riforma varata dall’ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia, riduce gli effetti extrapenali del patteggiamento.

Semplificando, gli effetti extrapenali sono fattori che intervengono in seguito a una sentenza di condanna su aspetti rilevanti dal punto di vista giuridico e sociale, ma non prettamente penali. La riforma Cartabia prevede, nel dettaglio, che il patteggiamento non possa avere efficacia oppure essere utilizzato a fini probatori al di fuori del processo penale stesso. L’ottica della normativa è sempre quella di sveltire e semplificare i processi penali, ma in questo caso le conseguenze sono ben più ampie.

Impedendo la validità di un patteggiame


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