La libertà che Internet rappresenta e la libertà di stampa devono essere limitate, devono essere controllate o no? Occhio alla paura di guerra e pandemia diffusa dai media. Ora abbiamo tutti bisogno di un ottimismo realistico.
Quando si parla di media bisogna distinguere tra i media che operano in società democratiche, dove è garantito il diritto dell’individuo ad esprimere la propria opinione, e i media che operano in strutture sociali prive di democrazia e rispetto delle opinioni altrui, dove non c’è libertà di stampa e prevalgono forme di monito e censura. E non possiamo smettere di insistere sul ruolo centrale che giocano oggi i social network, dove è la popolazione sottostante a proiettare le informazioni. La questione dei media liberi è legata alla grande domanda: “La libertà che Internet rappresenta e la libertà di stampa devono essere limitate, devono essere controllate o no?” Dopotutto, è molto meglio avere una completa libertà di espressione nei media, in cui le persone possono formarsi le proprie opinioni personali, invece di sottoporle ai meccanismi di censura e controllo che sono i precursori di difficoltà e difficoltà. restrizione della libertà di espressione. Nei giorni scorsi sono state pubblicate le statistiche delle principali società di opinione pubblica internazionali, che mostrano quanto sia cresciuta la quantità di informazioni che le persone vogliono ricevere dai siti ufficiali, i siti ufficiali delle democrazie, dove l’obiettività è garantita, dell’informazione, la serietà dei professionisti che creano le notizie, le prerogative che tutelano l’utente dalle fake news. Ovviamente tutto questo non avviene laddove vi sia censura e divieto di libertà di stampa, o nei social network dove prevalgono alcune linee di pensiero e ragionamenti non scientifici, sconsiderati, come nel caso del messaggio NO VAX.
Il consiglio degli psicologi da dare agli italiani per affrontare al meglio la paura della guerra è di sapere che la sfera interiore dell’umanità si basa sulla capacità di resilienza e di reazione alle cose più drammatiche e terribili. Pensa a un’Europa che ha saputo ricostruire le basi della sua vita civile dopo la seconda guerra mondiale, di cittadini giapponesi che, dopo la tragedia dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, hanno avuto la capacità e la volontà di risolvere queste enormi tragedie. Non dobbiamo mai perdere la speranza perché le persone cercano sempre di salvare vite. In questi tempi difficili, è necessario rendersi conto che la pace e l’armonia prevarranno su tutte le altre situazioni. Ora abbiamo tutti bisogno di un ottimismo realistico.