I guadagni delle imprese minacciati dagli aumenti di energia e materie prime

Di Gianluca Perrotti 3 minuti di lettura
Wall Street

Cresce il fatturato delle imprese, ma la crisi e il caro energia fanno ridurre il margine di ricavo. La aziende guadagnano meno e quindi investono meno nella crescita delle loro attività. Ridotti i ricavi soprattutto del settore manifatturiero e dell’agricoltura

A stimare il decremento dei ricavi è il CRIF

Fatturato in aumento ma margini in calo: questa è la previsione di bilancio di CRIF per la fine del 2022, che evidenzia fino a che punto la ripresa del coronavirus sia stata “bruciata” dalle nuove crisi e dai rincari per materie prime ed  energia. Un trend destinato a peggiorare prima della fine dell’anno, soprattutto in settori come l’agricoltura e l’industria manifatturiera, l’edilizia, l’immobiliare e il turismo.

La crisi riduce il margine

In media le imprese italiane chiuderanno il 2022 con una crescita del fatturato di circa il 9% sia rispetto al 2021 che ai livelli pre-pandemia.

Il problema sono i margini operativi spiega Simone Mirani, direttore generale di CRIF Ratings: “La pressione sui margini operativi e la necessità di capitale circolante, saranno difficilmente compensabili nel breve termine in termini di capacità di generazione di cassa. Tuttavia, le imprese che hanno fornito un adeguato sostegno finanziario per il biennio 2020-2021 svolgono un ruolo fondamentale, anche grazie agli strumenti messi in campo dal governo italiano per contenere la crisi causata dalla pandemia”.

Tensioni sul fronte liquidità e credito: “La scomparsa  delle moratorie e la ripresa dei piani di rimborso del debito finanziario, addizonati all’impatto dell’impennata dei costi dell’energia e di alcune materie prime, potranno accentuare le tensioni sul fronte della liquidità, specie nei settori ad alta intensità di capitale circolante e in quelli energivori. Il progressivo incremento dei tassi d’interesse nell’attuale contesto potrà inoltre contribuire, specie per le aziende con elevati livelli di indebitamento, ad accrescere ulteriormente il rischio di credito nel medio termine e il conseguente tasso di default nel biennio 2023-2024».

Per chi è andata meglio?

Per quanto riguarda i settori, la strumentazione e la farmacia hanno registrato un andamento particolarmente positivo nella prima parte dell’anno, mentre le previsioni CRIF per la fine del 2022 mostrano che l’industria e l’agricoltura saranno particolarmente colpite dalla crisi delle materie prime.

I servizi (in particolare il terziario) a bassa intensità energetica e limitata dipendenza dalle materie prime chiuderanno il 2022 con margini più elevati rispetto a prima della crisi.

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