La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione per i dipendenti pubblici: si parla di 34 anni di arretrati di retribuzione individuale di anzianità di servizio. Ma di cosa si tratta esattamente?
I dettagli
Gli aumenti legati all’anzianità di servizio, conosciuti come RIA, erano scatti previsti dal vecchio contratto dei dipendenti pubblici e si applicavano fino al 1990. Questi aumenti erano legati agli anni di impiego nella Pubblica Amministrazione e partivano dopo cinque anni di lavoro, con incrementi per chi aveva seniority più lunghe. Tuttavia, nel 1993, la legge aveva escluso da questi aumenti coloro che avevano maturato il diritto dopo il 1990.
La sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo questo stop del 1993, aprendo la strada al ricalcolo delle retribuzioni e dei contributi anche degli anni successivi. Ciò potrebbe influenzare anche la pensione, portando a un aumento significativo del montante previdenziale.
A chi spettano gli arretrati?
Secondo la sentenza, hanno diritto al ricalcolo di stipendio e contributi i dipendenti delle funzioni centrali che hanno maturato determinati anni di servizio tra il 1991 e il 1993. Ma come ottenere gli arretrati? Al momento non ci sono indicazioni chiare su come procedere, ma si potrebbe inviare una diffida all’amministrazione chiedendo il pagamento degli arretrati e il ricalcolo della pensione.
Non è escluso che si possa fare ricorso al giudice ordinario per chi non ha mai aperto un contenzioso in passato. Tuttavia, la situazione è ancora incerta e potrebbero essere necessari interventi legislativi per recepire pienamente la sentenza della Consulta.
In ogni caso, l’effetto economico potenziale di queste decisioni potrebbe essere notevole, con aumenti non solo per gli stipendi ma anche per le pensioni presenti e future. Si potrebbero ricevere fino a 34 anni di arretrati, con tutti i contributi del caso, portando a un cambiamento significativo nella situazione economica dei dipendenti pubblici.
Insomma, una sentenza che potrebbe davvero fare la differenza per migliaia di lavoratori della Pubblica Amministrazione. Resta da capire come verrà applicata concretamente e quali saranno i passi da seguire per ottenere ciò che spetta di diritto. Ma una cosa è certa: si prospettano tempi interessanti per il pubblico impiego