Impresa Familiare: non ci sono le esenzioni per i contributi anzi è il titolare che ha l’obbligo di versarli ai propri collaboratori anche se parenti
I dipendenti e gli assistenti anche familiari che lavorano nell’impresa familiare con abitudine e predominanza devono iscriversi all’ufficio di previdenza sociale dove è iscritto il datore di lavoro. Ai fini della previdenza sociale, sono componenti ausiliari del nucleo familiare il coniuge, i figli, anche adottivi, e quelli nati dal precedente matrimonio del coniuge, i parenti di terzo e secondo grado di consanguineità.
Quanti contributi versare?
I contributi basati su un minimo rivalutato annualmente e le imposte sul reddito superiori a tale minimo sono dovuti a ciascun dipendente. Nelle imprese familiari legalmente costituite il calcolo si basa sulla quota di reddito imponibile di ciascun dipendente, mentre nelle imprese non familiari il titolare può assegnare a ciascun dipendente una quota imponibile della quota totale. non più del 49%.
Il titolare di un’impresa familiare è responsabile del pagamento dei propri contributi e dei dipendenti, nei confronti dei quali può esercitare il diritto di regresso. L’accusa si deduce da chi l’ha realmente appoggiata.
I contributi non saranno corrisposti dai parenti se operanti saltuariamente e non stabilmente
Si presume anche la casualità: è il caso dei parenti in pensione e di coloro che sembrano essere impiegati a tempo pieno in altre attività.
Tuttavia, il coniuge ei figli, nonché i parenti, i parenti, gli affiliati e gli avvocati del datore di lavoro che lavorano per lui anche gratuitamente.