Parlare in pubblico, tenere uno speech o un pitch davanti ad una platea di potenziali investitori, confrontarsi con controparti strategiche per il proprio lavoro o anche solo discutere di aspetti chiave per la propria carriera con il datore di lavoro: sono tutti momenti in cui è fondamentale arrivare preparati ed esporre le proprie idee con metodo e senza improvvisazioni.
Marco Tullio Cicerone, persona metodica ed organizzata nonchè maestro dell’eloquenza, resta oggi un fulgido esempio da seguire in questi casi. Uno dei maggiori segreti della sua grande fama di oratore, era proprio quello di essere sempre ben preparato e di curare i dettagli del discorso da tenere. Nella sua razionalizzazione dell’eloquenza, Cicerone ha individuato cinque fasi:
- Inventio
- Dispositio o Collocatio
- Elocutio
- Memoria
- Actio – Pronuntiatio
Inventio (invenzione): si individuano i contenuti del discorso, e si circoscrivono. In particolare, s’individua il tema (la fase dell’intellectio, cioè significato, senso) e si sviluppano gli argomenti, ricercando le “pezze d’appoggio”, ovvero documentandosi sui fatti.
Dispositio (disposizione) o collocatio (collocazione): è il momento di mettere ordine. In particolare bisogna preparare:
Exordium (l’esordio), sarebbe a dire la presentazione dell’oggetto del discorso; in questa fase sono importanti gli “effetti speciali”, ovvero colpire l’uditorio subito con un’affermazione ad impatto: la prima impressione ha infatti un’importanza fondamentale;
narratio (la narrazione), cioè l’enunciazione dei fatti; argumentatio o demonstratio (l’argomentazione o dimostrazione), ossia il riferimento ai fatti appena menzionati come supporto alla tesi di fondo; peroratio (perorazione), vale a dire la conclusione, attraverso la quale l’oratore si rivolge all’uditorio per invitarlo a fare propria e sostenere la sua tesi, e magari anche per spronarlo all’azione; in questa fase si fa particolarmente ricorso all’emotività del pubblico, si cerca di raggiungerne il cuore.
Essendo l’inizio e la fine i momenti più importanti, le “carte migliori”, le migliori trovate si riservano a queste due fasi.
Elocutio (stile): la ricerca delle parole più appropriate, efficaci, e degli artifici retorici, come le metafore. È lo stile e la forma da dare al discorso.
Memoria (memorizzazione): l’orazione va ripetuta fino a padroneggiarla con disinvoltura.
Pronuntiatio (proclamazione) e actio (esposizione): ci siamo, è il momento di tenere il discorso; a questo punto, bisogna essere degli accurati dicitori, e saper accompagnare i contenuti con la modulazione della voce e con la gestualità. Fare propria questa tecnica vuol dire essere in grado di sostenere discorsi pubblici con scioltezza ed efficacia.