Guida alla scelta dei diplomi più richiesti fino al 2025

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura
diplomati, futuro, scelta scuola

Per diventare fantastici adulti si inizia da piccoli. Ogni decisione cambierà in qualche modo il nostro futuro e le nostre aspettative. La scelta dell’indirizzo da scegliere per il livello secondario di istruzione può essere davvero complicata, soprattutto perché , a causa della pandemia, non ha avuto molte occasioni di confronto con docenti e amici. Le iniziative sull’orientamento sono state limitate

A tal proposito è di notevole rilevanza lo studio condotto da Unioncamere ed Anpal denominato: “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2021-2025)”. Lo studio non solo esamina le facoltà migliori da scegliere in proiezione del lavoro, argomento di cui parleremo nel prossimo articolo, ma si sofferma anche sulla scelta  consapevole di un percorso di studi superiore da intraprendere dopo le scuole medie. Dai dati raccolti emerge che,  nel prossimo quinquennio, il mercato del lavoro avrà bisogno di circa 1,2 milioni di diplomati. Numeri notevoli considerando lo scenario attuale.

La stima si confronta con l’offerta dei diplomati nel periodo 2021-2025: 2,44 milioni di unità ossia circa 490 mila all’anno. Quasi il doppio considerando il fabbisogno. Molti però continueranno il percorso di studi e ci saranno ottime opportunità per chi vuole invece entrare da subito nel mondo del lavoro: 120 mila diplomati ogni anno arriveranno dai licei, 126 mila dagli istituti tecnici, 64 mila dagli istituti professionali.

I principali indirizzi di livello secondario ricercati dalle aziende sono l’indirizzo amministrativo con una stima tra 75 mila e 84 mila diplomati l’anno. A seguire troviamo gli indirizzi ” industria ed artigianato” con un fabbisogno compreso tra le 72 mila e 76 mila unità, mentre serviranno  solo 43-46 mila unità l’anno di giovani provenienti dai licei. Particolare attenzione agli studenti che provengono da indirizzi turistici, con un fabbisogno tra le 17 ed le 22 mila unità, in calo rispetto gli scorsi anni anche a causa della pandemia da covid-19 che ha duramente arrestato e colpito la crescita di questo settore.

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