Arriva il Neuromarketing, la disciplina che analizza i processi neurologici per capire le scelte dei consumatori
Guardare una vetrina, un annuncio su Internet, ascoltare il venditore di auto che vanta un certo modello da venderci. Il nostro cervello analizza tutte queste
informazioni per poi decidere di acquistare o no un particolare prodotto. Però sappiamo ancora poco di come gli stimoli, soprattutto quelli pubblicitari, vengono elaborati, e di come incontrano i nostri desideri. Rispondere a queste domande è l’obiettivo del neuromarketing, una disciplina decisamente giovane, nata nei primi anni 2000. Un po’ a cavallo tra il marketing classico, la psicologia e le neuroscienze, il neuromarketing cerca di capire quali sono i processi cerebrali che sono alla base delle decisioni e dei comportamenti dei consumatori al fine di “tarare” nuovi prodotti sulle esigenze delle singole persone.
Su questo argomento la rivista Frontiers in Neuroscience ha recentemente ospitato una “review” (un articolo che fa il punto della situazione). L’articolo scientifico punta prima di tutto a fare il punto sullo stato dell’arte attuale nel campo del neuromarketing, analizzando i vari strumenti disponibili nel settore delle neuroscienze. Ma oltre a questo i ricercatori italiani autori dello studio <hanno proposto anche un modello di classificazione dei vari tools utilizzati e, inoltre, hanno messo a confronto e proposto due piattaforme complete per effettuare studi di neuromarketing: iMotions che nasce proprio per applicazioni in questo campo, e il GRAIL, una piattaforma ubicata a Caserta, in un centro denominato Neurobiotech, che pur nascendo per l’analisi del movimento e la riabilitazione, può risultare molto utile perché integra in una sola sessione di studio diversi strumenti di neuroscienze. Inoltre fornisce un ambiente immersivo, in cui vengono simulati scenari reali.
GRAIL, infatti, è uno strumento molto complesso: la persona che viene studiata cammina su un particolare tapis roulant, e tutto intorno, grazie a schermi panoramici, può osservare un ambiente simulato. Attraverso una serie di sensori è possibile decifrare come sta ricevendo le informazioni da questi ambienti che vede e sente, e come le sta elaborando.