Cosa significa Green Pass rafforzato? Restrizioni solo per non vaccinati. A dare man forte all’idea è Renato Brunetta
Per il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il Green pass rafforzato, diventa la scelta più ovvia e anche l’opzione migliore da perrcorrere prima delle festività natalizie, periodo in cui ci saranno più contatti e più spostamenti. Brunetta, intervenendo all’evento “Economia, alleanze e territori: il ruolo di Forza Italia” promosso a Mestre da Forza Italia Venezia interviene sul tema covid-19 e sulla quarta ondata: “Ora, di fronte a quel che sta succedendo nel Nord Europa, dobbiamo tenere la guardia alta. Come? Cambiando strategia? Assolutamente no. La soluzione dei vaccini obbligatori sembra la strada più facile, ma non lo è. È molto difficile intaccare lo zoccolo duro dei no vax. Che fare allora? Continuare con scelte forti e responsabili. Il rischio è ritornare alla linea dei lockdown generalizzati e al cromatismo, con i relativi livelli di limitazioni. Il dibattito è: facciamo come in Germania, dove però le condizioni sono più drammatiche e problematiche, oppure continuiamo con la linea del green pass, magari rafforzandola? Io preferisco la seconda strada, che è quella che sta maturando nel governo. Senza drammatizzare, ma dobbiamo essere pronti. Possiamo premiare i vaccinati e lasciar subire i vincoli e le restrizioni previsti dal cromatismo a chi non è vaccinato. La grande maggioranza degli italiani è d’accordo con questa visione”.
Intanto in Italia arriva la notizia seconda la quale la variante Delta plus sarebbe 50 volte più forte rispetto al ceppo originario è infatti più efficiente nella replicazione, quindi in grado di correre molto veloce, rischiando in futuro di prevalere sulle altre varianti.
Presso l’università di Brescia iricercatori si concentrano sugli studi che hanno proprio come focus questa variante. Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv) afferma: “Sembrerebbe che questa nuova variante Delta, oltre ad alcune mutazioni nella proteina Spike utilizzata dal coronavirus pandemico per ‘agganciare’ le cellule bersaglio, abbia anche una mutazione di una proteina interna, una proteina N o nucleoproteina, che potrebbe contribuire a renderla più aggressiva” anche se “assolutamente in questo momento non maggiormente in grado di ‘bucare’ lo scudo vaccinale”.