Obbligo del Green Pass a Lavoro: si attendono e sono previste modifiche legislative sulle possibilità del datore del lavoro e del personale
Intanto la stampa specializzata riporta la sentenza del Tribunale di Roma (1844/2021), che fa riferimento ad un lavoratore non vaccinato, per la quale il medico ha rilasciato un certificato di idoneità con limitazioni, con divieto di essere a contatto con il pubblico a seguito al rifiuto di sottoporsi al vaccino contro il Covid-19. Il datore di lavoro, sulla base di questo documento, ha licenziato la dipendente che non poteva essere trasferita ad altre funzioni compatibili, privandola del suo stipendio. Il tribunale ha respinto l’eccezione del lavoratore, che ha denunciato una discriminazione per rifiuto della vaccinazione, richiamando l’articolo 2087 del codice civile, secondo il quale “il datore di lavoro deve adottare le misure che, a seconda delle particolarità della posizione, dell’esperienza e della tecnologia sono necessarie per tutelare l’integrità fisica e morale dei dipendenti”.
Quando non ci sono altre mansioni cui destinarlo, è legittima (anzi doverosa) la sospensione dal lavoro del lavoratore che, sottoposto a visita del medico di fabbrica, sia risultato non idoneo a stare a contatto con la clientela perché non sottoposto al vaccino Covid-19. Non essendoci la prestazione lavorativa è altrettanto, il datore di lavoro non è obbligato a pagare lo stipendio.
Alternative valide
In previsione di nuovi sviluppi, le aziende stanno sperimentando una serie di soluzioni diverse per rendere i lavoratori più suscettibili alla vaccinazione.
- Brunello Cuccinielli pensa di introdurre in azienda un’aspettativa retribuita di sei mesi per i dipendenti che non si vaccinano.
- Altre aziende stanno introducendo invece meccanismi premiali per i dipendenti che si vaccinano: Barberinos offre un premio di 100 euro netti in busta paga e un giorno di ferie, Contents offre due giorni di ferie, in corrispondenza delle somministrazioni del vaccino.