Il rilascio del Green Pass è semplice ma occorrono i canali giusto per rispondere alle esigenze delle persone. Intanto il boom dei tamponi per ovviare. Ricordiamo che il Green Pass, ovvero il certificato verde Covid-19, da l’accesso a eventi e strutture nel territorio nazionale, nonché è fondamentale per viaggiare in Europa.
Le persone per ottenere il Green Pass possono utilizzare l’SMS del Ministero della Salute con il codice per scaricare il documento dal sito del Governo www.dgc.gov.it, oppure visualizzarlo direttamente nella App IO o nella App Immuni. Sono validi anche gli altri tipi di codice: Cun (Codice univoco nazionale del tampone molecolare), Nrfe (Numero di referto elettronico del tampone antigenico) e Nucg (Numero univoco di guarigione).
Il canale fisico sembra essere utilizzato poso per ottenere il Green Pass sebbene sia davvero comodo e può essere richiesto su tutto il territorio nazionale da chi ha concluso l’iter vaccinale. Lo si può richiedere consegnando al medico o al farmacista solo la tessera sanitaria o un documento di identità. Questa alternativa è pensata proprio per coloro che non hanno familiarità con gli strumenti informatici. Il problema è che la Federazione dei Medici di Medicina Generale della Fimmg si rifiuta, sostenendo che questo compito non fa parte di un accordo negoziato. Da qui la richiesta di fornire un servizio a pagamento anche a prezzo elevato. A seguire altri tipi di certificati che molti medici di famiglia rilasciano solo a pagamento (ad esempio, certificati di buona salute per una palestra per bambini, fino a 30 euro). Insomma, perché il medico stampi il certificato Green Pass si potrebbero ottenere anche numeri onesti (ad alcuni pazienti sono stati chiesti 50 euro).
Diverso è il discorso in farmacia, dove si firma il contratto, e quindi il servizio sarà teoricamente gratuito. Tuttavia, un minuto è sufficiente per l’intera procedura: il medico e il farmacista, avendo accesso al sistema di anamnesi con le proprie credenziali, ricevono il certificato verde COVID-19 attraverso il codice fiscale e l’anamnesi del paziente o del cittadino, che possono poi essere stampati o addirittura inviati via email o altri canali digitali.
Come sempre, alle regioni spetta l’organizzazione. Alcuni sembrano essere più virtuosi di altri. In Lombardia questa opportunità è pubblicizzata sul sito della regione dal 6 luglio.